16 settembre 2009
Pazza Calabria e verità inabissate
Il ritrovamento della Cunski al largo di Cetraro (Cs) riapre una ferita mai rimarginata. La vicenda delle navi dei veleni e dei traffici internazionali di rifiuti. Francesco Fonti, il collaboratore di giustizia che indicò la posizione della nave filmata al largo di Cetraro, racconta in una intervista a il manifesto – nel numero in edicola mercoledì 16 – come la 'ndrangheta gestisse parte delle rotte dei rifiuti pericolosi verso la Somalia. "Incassavamo miliardi che finivano in banche maltesi, cipriote e svizzere". Almeno uno di quei viaggi l'ho organizzato io dall'Italia – ricorda Fonti – e utilizzammo una nave della Shifco". Un traffico che partiva da Livorno ed era diretto a Bosaso, secondo quanto riferito da Fonti. "Ilaria Alpi è stata uccisa perché ha visto quello che non doveva vedere nel porto di Bosaso, questa è l'idea che mi sono fatto", continua Fonti nell'intervista. Il presidente della Commissione Antimafia Beppe Pisanu ha detto che sulla vicenda
Legambiente consegnerà il dossier sulle navi dei veleni. L'auspicio è che la verità non venga inabissata come le speranze.
Sarebbero almeno una trentina le navi dei veleni, dissotterrate al largo dei litorali calabresi, del Metaponto e dello ionio pugliese. L'aumento di neoplasie, malattie linfatiche e tumori non poteva essere una cosa astratta, avulsa dal territorio. Di fronte a queste emergenze. Numerose denunce e interpellanze parlamentari giacciono inascoltate. "Sulle montagne calabresi, scrive il docente universitario Tonino Perna "a partire dall'Aspromonte, da molti anni le popolazioni locali sono allarmate per lo scarico di rifiuti tossici e radiotattivi nelle cave. Ci sono state denunce ed anche interrogazioni parlamentari, due di Angela Napoli una decina di anni fa, ma non è successo niente".
PICCOLA DIGRESSIONE
Ospite di Pierluigi Battista, in diretta nazionale a Radio 3 il presidente della Regione Calabria Agazio Loiero ha risposto a una domanda di un'ascoltatrice (minuto 24:00), tale Caterina da Pesaro che chiedeva che fine avesse fatto i movimento dei Ragazzi di Locri Ammazzatecitutti, sparito dai giornali e dalle piazze. Loiero (sfiduciato da parte del Pd, che non sostiene la sua candidatura alle prossime regionali, che pure in passato ha strumentalizzato il movimento), sollecitato dal conduttore ha commentato l'affievolirsi della mobilitazione civile: "Lei apre una ferita perché il movimento, che sembrava aprire a una primavera nuova, perché era caratterizzato da ragazzi di 16-17 anni che andavano in piazza dicendo e adesso ammazzateci tutti, temendo la reazione della famiglie si è dissolto e diviso. I ragazzi hanno litigato al loro interno. C'è stato un problema di protagonismo ed è un dramma che quel movimento non ci sia più". Apriti cielo e lesa maestà. "Se i governatori Bassolino e Lombardo - si legge in una nota vergata da Aldo Pecora - avessero detto dei movimenti antimafia campani e siciliani ciò che ha detto Loiero di Ammazzateci Tutti a quest'ora sarebbe scoppiato il finimondo". "Mi sarei sinceramente aspettata - continua Rosanna Scopelliti - che il Governatore della Calabria approfittasse dell'importante finestra nazionale per lamentare ai microfoni del dott. Battista la scarsa attenzione, soprattutto a livello mediatico, per quei pochi esempi positivi e virtuosi che ogni giorno faticano a varcare i confini della nostra regione, a partire dall'esempio di 'Ammazzateci Tutti'". "Ed invece - incalza Rosanna Scopelliti - purtroppo l'immagine che è scaturita dalle sue parole ha prodotto un'eco devastante alle orecchie degli ascoltatori di tutto il Paese".
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