29 giugno 2011

Dorina Bianchi lascia l'Udc per il Pdl



L'avevamo lasciata così. Ha trovato la via di Damasco. Dopo aver lasciato il Pd ed essere passata per i centristi, approda nella casa dei moderati. Pierferdinando toglie, Silvio dà.

12 giugno 2011

Enzo Del Re e il sentimento del tempo

Enzo Del Re si è spento il 7 giugno scorso.

Due testimonianze speciali ricordano questo singolare e anarchico menestrello del Sud.

Enzo Del Re, uno dei cantastorie dimenticati della musica popolare italiana....Nonostante la sua ideologia ferrata (per un certo periodo girava con due valigie piene di libri di Mao) le sue canzoni hanno sempre avuto un tono lieve, con giochi di parole, scherzi onomatopeici, invettive bizzarre ai potenti, aforismi, (“Adoro il lavoro ma detesto la fatica”) che bene si miscelavano all’accompagnamento del tamburo di legno, un suono materico che ora era cabaret, ora propaganda, ora coscienza dolorosa... (Corrado Sannucci, La Repubblica)



"Rifiutò il trapianto di reni, perché era convinto che con i suoi metodi i reni si sarebbero rigenerati. Aveva sviluppato sue teorie che lo portavano a curarsi mangiando soltanto polpo. L'Octòpus, come lo chiamava. Aveva fatto studi classici. Non lasciava stare le parole. Le indagava. Partiva dal dialetto, le portava all'italiano, si appassionava all'etimologia....Al concerto disse: "Sulla sedia si vive e si muore" e si riferiva a Sacco e Vanzetti, al fatto che una sedia potesse essere uno strumento d'ingiustizia e di morte, la sedia elettrica, oppure di vita, una sedia da suonare. E viene da pensare che l'ultimo momento l'ha passato su una sedia. L'hanno trovato 24 ore dopo col capo appoggiato al tavolo e il sedere alla sedia, con un espressione come sovrapensiero. Si arrabbiava spesso, ma con l'età era come se non si arrabbiasse più severamente (Vinicio Capossela - La Repubblica)".

Quorum battiquorum



Alle 12 l’affluenza totale secondo i dati ufficiali diramati dal ministero dell’Interno oscilla intorno al 11.6% (oltre 5 milioni di aventi diritto al voto) quindi, secondo le proiezioni, si può ritenere che il quorum sarà superato senza problemi nelle restanti 18 ore di voto, con una percentuale superiore al 60%. Così Reset-Italia. E così sia.

09 giugno 2011

Corpo Celeste e realtà morente



Corpo Celeste è uno stupefacente film d'essai di Alice Rohrwacher sull'inquietudine di un'adolescente emigrante di ritotno nel passaggio dell'età puberale, ambientato nell'etrema periferia sud, tra Reggio Calabria e Roghudi, metafora di un abbandono in un'arida terra di confine verso il nulla, in cui la chiesa deborda dalla sua missione.

Marta, tornata dalla Svizzera, cerca di trovare nella Chiesa e nel catechismo le risposte ai suoi interrogativi. Trova un'umanità dolente e squallida, in disfacimento morale, indaffarata e distratta da meschinerie, arrivismo e piccinerie varie. A parte il tema del precariato e della crisi dell'Occidente che produce emigrazione di ritorno colpisce il grettume di un'umanità che ha smarrito il senso di vivere antico, per quanto perpetui stanche liturgie.

Parole e concetti vuoti e astratti in un paesaggio sociale sfregiato, involgariato. "Eli eli lama sabactani" (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, l'urlo sibilato da Gesù Cristo sul punto di morte in croce) si sente ribadire spesso durante lo svolgimento del plot narrativo, come un refrain stranito.

E' come se ci fosse un pessimismo cupo e irredimibile per una regione in cui non filtra luce, che somiglia alla coda di una lucertola: si muove come per miracolo, staccata da un corpo vivente.

Alfredino



A Vermicino trent'anni fa il dramma di Alfredino Rampi: nacque ufficialmente lo show del dolore.

08 giugno 2011

Il controverso spot sui Bronzi



Ha suscitato reazioni indignate e polemiche a vari livelli, lo spot dei Bronzi di Riace utilizzato dalla Regione Calabria per la valorizzazione del territorio. Al netto delle polemiche di campanile. E' su un aspetto generale su cui ci si può soffermare attentamente.

Sono le statue che lasciano il Museo per dedicarsi al vagabondaggio, dopo una partita "alla murra" a lasciare interdetti. In fondo è la considerazione che la Cultura serve a poco in terra Bruzia, o che il Museo è così deserto che è meglio andare altrove a godersi la popolarità. In fondo è lo stesso messaggio che lancia Galan quando dice che i Bronzi altrove riscuoterebbero maggiore successo. Un assist che sa di autogol?

06 giugno 2011

Senza confini - No frontiere


L'ultimo editoriale di Luigi Pintor sul Manifesto è datato, risale al 2003. Ancora attuale, al netto degli inevitabili anacronismi, dopo gli screzi tra Vendola e Bersani

La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno.
[...]

Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno spirito della sinistra si manifestano. Ma non sono anche su scala internazionale una potenza adeguata. Le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole, sono retrodatate rispetto alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive.
Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni, divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma non ancora di agire. Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro confine e stabilire una estraneità riguardo all'altra parte. Destra e sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano questo confine. [...] Ora è un'area senza confini. Non deve vincere domani ma operare ogni giorno e invadere il campo. Il suo scopo è reinventare la vita in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste.
(L'ultimo editoriale di Luigi Pintor, 2003).