23 settembre 2009

Il Fatto quotidiano


Gianni Letta è indagato da dieci mesi per il business dell’immigrazione. Nessuno però lo sa (o lo scrive). Lo ignora persino il magistrato che dovrà occuparsi di lui. E' lo scoop di Peter Gomez e Marco Lillo, con cui il quotidiano Il Fatto Quotidiano (pdf) ha sbancato le edicole in poche ore.

Il foglio di Padellaro e Travaglio, si avvale di firme prestigiose del girotondinismo da Furio Colombo a Oliviero Beha, a Fini, da Telese a Paolo Flores d'Arcais. Premieres plume non c'è che dire. La libertà di informazione e l'autonomia sono il marchio di fabbrica di questa nuova testata, nelle intenzioni del manipolo di giornalisti, ovvero la struttura agile che la compone.

Sarà in edicola sei giorni su sette. Il tintinnio si è sentito ancor prima di andare nelle rotative, con 30 mila abbonati (una rarità in tempi di asfissia editoriale), molti dei quali beneficeranno soltanto dell'edizione online. Il quotidiano mira a erodere copie alla Repubblica, l'Unità, vuole guadagnarsi una fetta di pubblico giovane e rappresentare la fucina di pensiero, il pensatoio di riferimento dell'Italia dei Valori, senza lesinare bacchettate a destra (soprattutto) e a manca.

Scorgendo le 20 pagine del primo numero. Si nota un'impaginazione che ricorda i giornali farncesi. I temi trattati, a parte l'antiberlusconismo tipico della gauche intellettuale, hanno il limite di una visione un po' troppo parziale e autoreferenziale. Giacobina direbbero i detrattori. Beninteso, non mancano gli spunti d'inchiesta e le stilettate verso il Pd (con l'intervista all'oggetto misterioso Ignazio Marino), l'inchiesta sulla Saras dei Moratti, le punture di spillo agli imprenditori progressisti (Della Valle e Montezemolo). In particolare è meritorio l'approfondimento sulla pellicola "Oil" di Massimiliano Mazzotta, girata in Sardegna, che descrive lo scempio ambientale, all'inquinamento e alle condizioni di lavoro alla Saras della famiglia Moratti, in Sardegna, dove di recente tre operai di una ditta appaltatrice hanno perso la vita. La Saras ha chiesto il sequestro del film.

Purtroppo nel "numero zero" del FQ non hanno trovato spazio i temi sociali. La visione d'insieme rischia di essere uno specchio deformante. Il giudizio, si capisce, dopo appena un'uscita è sospeso, anzi in progress, come amano dire i curatori del sito che ha lanciato il nuovo organo di stampa. Una risposta significativa la daranno i lettori, padroni dei destini di questa nuova avventura informativa.

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