09 aprile 2013

Il pantano

A quasi 50 giorni dal responso delle urne, il gioco dell'oca della politica italiana continua. Beppe Grillo punta a scaricare le responsabilità sull'inciucio, Silvio Berlusconi vuole un presidente della Repubblica compiacente rispetto alle sue grane giudiziarie e butterà tutto nella campagna elettorale permanente. Il Partito democratico rischia l'implosione, sospeso tra la voglia di Pierluigi Bersani di fare il premier e il desiderio dell'establishment di rimanere in sella, e dei nuovi vecchi (Renzi) di accreditarsi come salvatore della patria al prossimo giro di giostra. Napolitano vorrebbe concludere il suo settennato con una prova di concordia nazionale, un esperimento di larghe intese, dopo la non certo felicissima esperienza del governo Monti, un'esecutivo che si è fatto apprezzare per la sprezzante insensibilità verso i temi sociali. I partiti cominciano a trattare sulla rosa dei nomi per il Quirinale. In tutto questo a mancare è una visione di interesse minimo verso un paese sfibrato dalle diseguaglianze sociali, dove si aggira lo spettro dei prelievi forzosi e i fondamentali macroeconomici sono da malato terminale.