13 settembre 2009
Morire per France Telecom
Risorse, esuberi, piani di ristrutturazione, tagli al personale, riassetti aziendali. L'occupazione vissuta e fatta percepire come ricatto da parte dell'azienda totalizzante. Il mercato del lavoro parla sempre di più i linguaggi freddi della razionalizzazione dei costi, di cui sono pieni i piani industriali. Mancano gli espedienti di sopravvivenza e la disgregazione il suicidio diventa una forma anomica di affermazione del sé, di un'individualità, a dir poco disumanizzata.
Ventitrè suicidi sul lavoro su 100.000 dipendenti. Questo il bollettino di guerra di France Telecom. Suicidi a catena si sono verificati anche in altre aziende francesi, come la Renault, la Peugeot e Edf. Ma il caso di France Telecom ha i contorni di una vera emergenza. Tra le misure annunciate anche l’arruolamento di 100 responsabili delle risorse umane e di altri medici del lavoro. Lunedì prossimo il ministro del lavoro Xavier Darcos dovrebbe incontrare i responsabili dell’azienda «per lavorare insieme a soluzioni adeguate». I sindacati denunciano da diversi anni l'atmosfera di stress a France Telecom e le "pressioni" sul personale da quando il gruppo è stato privatizzato nel 2004, ma soprattutto dall'annuncio del piano di ristrutturazione che si è tradotto con 22.000 "dimissioni volontarie" tra il 2006 e il 2008.
Il tutto mentre la finanziarizzazione dell'economia amplia la forbice tra le retribuzioni dei Ceo e degli operai, divaricandola sempre di più, così come le cedole e le stock option. Delle vite degli operai non importa niente, a maggior ragione quando non sono più funzionali ai profitti. Fortunatamente c'è sempre un esercito di precari e disoccupati di riserva cui attingere.
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