22 dicembre 2011

Al Sud non abbiamo né democrazia né libertà

"Noi al Sud non abbiamo democrazia e libertà. Finchè queste holding criminali, mafia, ’ndrangheta, camorra e altri, continuano a condizionare la vita economica, lo sviluppo industriale e imprenditoriale, io sono convinto che non possiamo parlare né di libertà, né di democrazia". Buon Natale

(Don Aniello Manganiello, per sedici anni prete a Scampia, Napoli. Via Linkiesta)

16 dicembre 2011

Francesco Azzarà è stato liberato



Dopo quattro mesi di prigionia è stato liberato Francesco Azzarà, operatore di Emergency rapito in Sudan.

14 dicembre 2011

13 dicembre 2011

Minzolini rimosso dal Tg1, interim a Maccari



Cambia il vento, cambia il direttore come nelle migliori tradizioni della politica politicante. Intanto è stato avvicendato uno dei peggiori in circolazione.

06 dicembre 2011

Quattro anni fa sette morti in un rogo alla Thyssen


Per non dimenticare Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino, Antonio Schiavone.

02 dicembre 2011

L'outing si Sansonetti

L'Antimafia in Calabria non esiste: serve solo a fare carriera

Ilda Boccassini ieri ha pronunciato una frase davvero scioccante: “L'antimafia in Calabria non esiste: è solo un'occasione per fare carriera”. In questo modo “Ilda la Rossa”, e cioè il giudice più famoso e temuto d'Italia, ha scoperchiato clamorosamente tre enormi questioni. La prima riguarda la magistratura calabrese, da diverso tempo impegnata soprattutto nel farsi la guerra. La seconda è la questione della cosiddetta “borghesia grigia”, cioè quel pezzo di società che vive tra politica e affari e che pare abbia contatti troppo stretti con le 'ndrine ( e che fin qui li abbia potuti mantenere indisturbata). La terza questione è un vecchio
tema, che fu sollevato tanti anni fa da un grande intellettuale italiano, e cioè da
Leonardo Sciascia: quello dei “professionisti dell’antimafia”. Ha ragione la Boccassini? Penso di sì. Mi pare che con l’autorevolezza che le deriva dalla sua lunga carriera (e persino dal curriculum “ultralegalitario” che l’ha trasformata nell’icona del partito dei giudici) abbia toccato un tema delicatissimo e complicatissimo che in genere è quasi impossibile affrontare.
Noi di “Calabria Ora” da diverso tempo cerchiamo di proporre questo problema e di offrirlo alla discussione pubblica.
Con poco successo, perché a nessuno piace discutere, tutti preferiscono
lanciare anatemi e avvolgersi in grandi bandiere che danno identità e moralità
a buon mercato. Adesso, finalmente, non sarà più possibile negare che la questione c’è. L’antimafia è diventata un simbolo stinto,privo di valore, una grande impalcatura burocratica e inefficiente che raccoglie cittadini sinceri e coraggiosi insieme a un bel gruppetto di “professionisti”, mestieranti, gente in cerca di collocazione, carrieristi, e persino personaggi dello Stato che hanno buoni rapporti
con le cosche. Naturalmente si può immaginare che sia semplicemente una questione di doppio- gioco. E cioè che basti individuare un certo numero di giudici o poliziotti infedeli e il problema è risolto. Ma purtroppo non è così, e la denuncia di Ilda Bocassini è più drammatica: quando dice che l’antimafia non esiste più, segnala una realtà evidentissima: ci spiega che la vecchia antimafia è pura retorica, è inutile e va rifondata. Già. Bisognerà ricominciare a ragionare
sulla Calabria, sulla ’ndrangheta e sui rapporti che esistono tra mafia e società
calabrese. Chiedendo ai giudici di fare il loro lavoro, seriamente, ma restando
fuori dalla politica e da un generico impegno civile. E alla politica - se
ancora ne è rimasto qualcosa di vivente - di affrontare il problema di fondo:
l’assenza dello Stato in Calabria, non nel senso dello Stato-repressione, delle manette, ma dello Stato che “investe” e che regola i rapporti personali, quelli sociali, il lavoro, l’economia, la produzione, la distribuzione della ricchezze.
Giorni fa abbiamo scritto una lettera all’allenatore della nazionale italiana,
Prandelli - quando l’Italia è venuta a giocare una partita in Calabria per testimoniare il proprio impegno antimafia - e gli abbiamo detto che che in questo
modo non faceva niente di buono. Semplicemente indicava la Calabria come
una terra che ha un problema solo: la mafia. E cioè faceva esattamente
quello che la mafia vuole che si faccia. Voi pensate che la mafia abbia paura
delle manifestazioni, delle grida sui giornali, delle frasi fatte dell’indignazione?
No: se ne frega. E talvolta riesce anche a trovare un accordo con alcuni degli
indignati. La mafia ha paura di una sola cosa: di una grande riforma che spezzi i rapporti padronali, lobbistici, medievali che regolano la vita di questa regione. Ha
paura di un ritorno dello Stato e della politica. Per ora, sembra, può dormire
sonno tranquilli...

30 novembre 2011

La 'ndrangheta sotto la Madunina

Finisce il periodo dell'adolescenza (semmai vi fosse mai stato realmente, considerando i vari Epaminonda, Vallanzasca, passando per Francis Turatello) per la Lombardia. Manette ai polsi nei confronti del vicepresidente del Consiglio Regionale beccato con le mani nella marmellata. E' di queste ore anche la notizia di una retata tra Lombardia e Calabria che interessa la zona grigia, dove pullulano le contiguità e le connivenze tra 'ndrangheta e pezzi di Stato. Lo choc è fuori luogo, anche se non si è addetti ai lavori. E pensare che c'è ancora chi pensa che la 'ndrangheta sia un affare tutto calabrese.

P.s. Dal primo dicembre sarà online su Corriere.it una videoinchiesta in otto puntate realizzata dal giornalista Ruben H.Oliva sulla 'Ndrangheta in Lombardia: un viaggio che da Milano passa attraverso la provincia lombarda con immagini inedite, testimonianze, interviste. Uno spaccato drammatico su una realtà cosi vicina e inquietante che sembra quasi impossibile da immaginare al Nord. Tra paure e omertà simili solo a quelle incontrate in Calabria. Perchè come dice Vincenzo Macrì, ex procuratore nazionale Antimafia e attuale prefetto di Ancona, «la guerra alla mafia si vince o si perde a Milano». E anche le ultime notizie di cronaca sembrano dargli pienamente ragione.



18 novembre 2011

Golpe e governo delle élites

Da più parti si sente parlare di golpe dell'Haute finance internazionale nei confronti dell'Italia. E' condivisibile il discorso sull'alterazione della Costituzione formale e si può parlare a tutti gli effetti di Governo del Presidente, piuttosto che di larghe intese, Grosse Koalition o Governissimo (meglio escludere l'espressione enfatica Colpo di stato e lasciarla a chi ha avallato le peggiori nefandezze del quindicennio in nome del servilismo politico). Senza tralasciare il particolare il capo dello Stato Giorgio Napolitano è stato spesso accusato di essere stato silente contro le leggi ad personam o la decretazione d'urgenza.

Ora, una tale analisi ideologica omette di prendere in considerazione lo svuotamento delle forme della democrazia parlamentare. Non viviamo insomma nel migliore dei mondi possibili. L'esecutivo vegetava in condizioni di assoluta paraliasi, in situazioni di estrema turbolenza finanziaria: è stato battuto 50 volte e ritrovava compattezza solo quando veniva richiesta la fiducia.

Una legge elettorale, dai più definta iniqua (che assicura un'assemblea di nominati), e il leaderismo carismatico e cesarista da parte di Berlusconi hanno trasformato l'istituzione democratica parlamentare in un organo di mera ratifica, un notaio demagogicamente a comando che approvava le leggi proposte dall'esecutivo. Non c'è forse una torsione in senso proprietario-aziendalista del Parlamento, diventato a tutti gli effetti, assimilabile al cda di un'azienda?
Dove sta la normalità costituzionale in tutto questo? Il fatto che il centrosinistra in tre anni e mezzo non abbia saputo contrapporre una valida alternativa di governo a Berlusconi e debba appoggiare il professore Mario Monti come Podestà forestiero meriterebbe ulteriori approfondimenti in altra sede. C'erano alternative praticabili oltre il voto con 250 miliardi di titoli di Stato da piazzare su un mercato privo di liquidità?

Double dip evviva!

17 novembre 2011

I governi fantoccio e la Tecnocrazia



La fine o comunque la fase agonica dell'anomalia italiana ci riporta a un livello europeo, dove la crisi (originata dalle banche e dal Finanzacapitalismo) ha già determinato i destini dei Pigs (ricordate il buen retiro del governo spagnolo di Zapatero?), incidendo sulle politiche economiche anche di Irlanda e Portogallo.

Detto questo un problema è la decennale ondata di recessione che si sta per abbattere sul Vecchio Continente, l'assenza di un'entità che emetta eurobond o stampi moneta, l'assenza pesante di liquidità con cui pagare il debito. L'architettura finanziaria mondiale sta per essere spazzata via da uno tsunami e forse siamo solo all'inizio della storia.

15 novembre 2011

Guerre senza armi

"Forse, senza saperlo, stiamo combattendo la prima guerra globale del Duemila. Una guerra che non usa più armi, che non bombarda né fa esplodere atomiche, che non provoca morti, ma produce fame, disoccupazione, scontro sociale, impoverimento. Insomma, riduce sul lastrico i perdenti. Le direttive che pervengono dall'UE o dalla Bce assomigliano ai piani strategici di uno Stato Maggiore: far resistere la Grecia ad ogni costo, apprestare immediate difese per le prime linee direttamente sotto attacco che si chiamano Italia e Spagna. E i quotidiani listini delle Borse europee ed extraeuropee e li si attendono con la stessa ansia, con la stessa trepidazione dei Bollettini di guerra di una volta" (Andrea Camilleri, estratto del settimanale del Sole 24ore, Domenica, 13/11/2011).

09 novembre 2011

La posizione del (di)missionario

La fine del Cainano non doveva essere decretata dal Dio Mercato, cui è stata appaltata la sovranità monetaria del Paese.

L'Italia è stata plasmata dalla Cosa berlusconi, come la chiamava Saramago. Nanni Moretti aveva visto giusto: "La maggioranza delle persone - affermava Nanni Moretti - e non solo a destra, ormai considera normale che un uomo abbia il monopolio della tv, faccia politica e sia anche capo del governo. La sua vittoria è questa: ormai la bassa qualità della democrazia italiana è considerata un fatto normale, marginale…".

Ora sarà pianto e stridore di denti. Pro memoria per gli orfani di Berlusconi, proni a concedergli la patente di statista. La rivoluzione liberale rischia di essere il default dell'Italia. Chapeau

07 novembre 2011

Era proprio necessario?



Minuto 0.46. Prende forma l'abisso umano

The last waltz

Perfino Panebianco e la Carlucci lo mollano. "Traditori, tutti traditori! Mi vogliono, fare fuori, vogliono farmi arrestare, me e o i miei figli. Stavolta non è il '96", Silvio Berlusconi diventa quasi patetico nel suo sforzo di resistenza metafisica, quando ormai sembra disarcionata la sua volonta di stare nel bunker.

L'epica cialtrona rimanda a Monicelli. I bookmakers scommettono su un finale alla Gheddafi, alla Craxi, o simile all'epilogo di Piazzale Loreto. Gli elettori indefessi e quelli de Il Giornale che fu di Montanelli, l'ennesima resurrezione. Siamo alla resa dei conti, basta solo aspettare e capiremo come finirà questa farsa.

04 novembre 2011

Segni di decadenza

Picchi di cannibalismo politico in seno al miglior governo degli ultimi 150 anni. E' credibile un governo dove il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia non si parlano tra loro?

02 novembre 2011

Verso il baratro senza il senso del ridicolo

Il migliore esecutivo degli ultimi 150 anni non riesce a produrre uno straccio di documento (il sito del governo è down), approvando un maxiemendamento di cui si disconosce il contenuto. Siamo ai deliri dell'assurdo e l'inettitudine regna sovrana. Situation is very confused, forgive us Mrs Merkel. Basterà questo pasticcio all'italiana a placare il furore del dio dei mercati e le richieste franco-tedesche? Qualsiasi soluzione allo stato attuale è meglio di questa farsa senza ritegno.

L'impero della 'ndrangheta

Cose che resteranno







Il default è vicino, ma la colpa è della Grecia, ovviamente. Eat shit, one billions flies can't be wrong.

22 ottobre 2011

Carnefici, dittatori e sabba libico



Ha ragione Adriano Sofri su Repubblica: "L'odore della foto di gruppo è più forte dell'odore del sangue per il branco dei lupi. Non fanno il conto, in quel momento esaltante, esultante, dell'effetto che la scena farà più lontano, nel tempo o nello spazio. Il nemico giurato che ha ancora la forza di tirare su il braccio sinistro e pulirsi il sangue dal viso e guardarsi attonito la mano insanguinata e mostrarla anche a loro, sbigottito, come a dire "Guardate che cosa avete fatto" - pare che abbia detto cose simili, "Chi siete?", e "Perché lo fate?", istupidito dal corpo che cede e dalla vecchia abitudine a non capacitarsi.

Non esistono cadaveri vilipesi e martoriati che possano essere esposti a lungo a vantaggio dei giustizieri. C'è sempre un Cristo, un Hussein, nella memoria.....Per i ribelli terra terra, e per i grandi delle democrazie, il processo è ancora un lusso da donnette, o il peggiore degli imbarazzi".

19 ottobre 2011

Mantra del sollevarsi

DI FRANCO BERARDI "BIFO"
looponline.info

Il 15 febbraio del 2003 centomilioni di persone sfilarono nelle strade del mondo per chiedere la pace, per chiedere che la guerra contro l’Iraq non devastasse definitivamente la faccia del mondo. Il giorno dopo il presidente Bush disse che nulla gli importava di tutta quella gente (I don’t need a focus group) e la guerra cominciò. Con quali esiti sappiamo.

Dopo quella data il movimento si dissolse, perché era un movimento etico, il movimento delle persone per bene che nel mondo rifiutavano la violenza della globalizzazione capitalistica e la violenza della guerra.

Il 15 Ottobre in larga parte del mondo è sceso in piazza un movimento similmente ampio. Coloro che dirigono gli organismi che stanno affamando le popolazioni (come la BCE) sorridono nervosamente e dicono che sono d’accordo con chi è arrabbiato con la crisi purché lo dica educatamente. Hanno paura, perché sanno che questo movimento non smobiliterà, per la semplice ragione che la sollevazione non ha soltanto motivazioni etiche o ideologiche, ma si fonda sulla materialità di una condizione di precarietà, di sfruttamento, di immiserimento crescente. E di rabbia.

La rabbia talvolta alimenta l’intelligenza, talaltra si manifesta in forma psicopatica. Ma non serve a nulla far la predica agli arrabbiati, perché loro si arrabbiano di più. E non stanno comunque ad ascoltare le ragioni della ragionevolezza, dato che la violenza finanziaria produce anche rabbia psicopatica.
Il giorno prima della manifestazione del 16 in un’intervista pubblicata da un giornaletto che si chiama La Stampa io dichiaravo che a mio parere era opportuno che alla manifestazione di Roma non ci fossero scontri, per rendere possibile una continuità della dimostrazione in forma di acampada. Le cose sono andate diversamente, ma non penso affatto che la mobilitazione sia stata un fallimento solo perché non è andata come io auspicavo.

Un numero incalcolabile di persone hanno manifestato contro il capitalismo finanziario che tenta di scaricare la sua crisi sulla società. Fino a un mese fa la gente considerava la miseria e la devastazione prodotte dalle politiche del neoliberismo alla stregua di un fenomeno naturale: inevitabile come le piogge d’autunno. Nel breve volgere di qualche settimana il rifiuto del liberismo e del finazismo è dilagato nella consapevolezza di una parte decisiva della popolazione. Un numero crescente di persone manifesterà in mille maniere diverse la sua rabbia, talvolta in maniera autolesionista, dato che per molti il suicidio è meglio che l’umiliazione e la miseria.

Leggo che alcuni si lamentano perché gli arrabbiati hanno impedito al movimento di raggiungere piazza San Giovanni con i suoi carri colorati. Ma il movimento non è una rappresentazione teatrale in cui si deve seguire la sceneggiatura. La sceneggiatura cambia continuamente, e il movimento non è un prete né un giudice. Il movimento è un medico. Il medico non giudica la malattia, la cura. Chi è disposto a scendere in strada solo se le cose sono ordinate e non c’è pericolo di marciare insieme a dei violenti, nei prossimi dieci anni farà meglio a restarsene a casa. Ma non speri di stare meglio, rimanendo a casa, perché lo verranno a prendere. Non i poliziotti né i fascisti. Ma la miseria, la disoccupazione e la depressione. E magari anche gli ufficiali giudiziari.

Dunque è meglio prepararsi all’imprevedibile. E’ meglio sapere che la violenza infinita del capitalismo finanziario nella sua fase agonica produce psicopatia, e anche razzismo, fascismo, autolesionismo e suicidio. Non vi piace lo spettacolo? Peccato, perché non si può cambiare canale.

Il presidente della Repubblica dice che è inammissibile che qualcuno spacchi le vetrine delle banche e bruci una camionetta lanciata a tutta velocità in un carosello assassino. Ma il presidente della Repubblica giudica ammissibile che sia Ministro un uomo che i giudici vogliono processare per mafia, tanto è vero che gli firma la nomina, sia pure con aria imbronciata. Il Presidente della Repubblica giudica ammissibile che un Parlamento comprato coi soldi di un mascalzone continui a legiferare sulla pelle della società italiana tanto è vero che non scioglie le Camere della corruzione. Il Presidente della Repubblica giudica ammissibile che passino leggi che distruggono la contrattazione collettiva, tanto è vero che le firma. Di conseguenza a me non importa nulla di ciò che il Presidente giudica inammissibile.

Io vado tra i violenti e gli psicopatici per la semplice ragione che là è più acuta la malattia di cui soffriamo tutti. Vado tra loro e gli chiedo, senza tante storie: voi pensate che bruciando le banche si abbatterà la dittatura della finanza? La dittatura della finanza non sta nelle banche ma nel ciberspazio, negli algoritmi e nei software. La dittatura della finanza sta nella mente di tutti coloro che non sanno immaginare una forma di vita libera dal consumismo e dalla televisione. Vado fra coloro cui la rabbia toglie ragionevolezza, e gli dico: credete che il movimento possa vincere la sua battaglia entrando nella trappola della violenza? Ci sono armate professionali pronte ad uccidere, e la gara della violenza la vinceranno i professionisti della guerra.
Ma mentre dico queste parole so benissimo che non avranno un effetto superiore a quello che produce ogni predica ai passeri.

Lo so, ma le dico lo stesso. Le dico e le ripeto, perché so che nei prossimi anni vedremo ben altro che un paio di banche spaccate e camionette bruciate. La violenza è destinata a dilagare dovunque. E ci sarà anche la violenza senza capo né coda di chi perde il lavoro, di chi non può mandare a scuola i propri figli, e anche la violenza di chi non ha più niente da mangiare. Perché dovrebbero starmi ad ascoltare, coloro che odiano un sistema così odioso che è soprattutto odioso non abbatterlo subito?

Il mio dovere non è isolare i violenti, il mio dovere di intellettuale, di attivista e di proletario della conoscenza è quello di trovare una via d’uscita. Ma per cercare la via d’uscita occorre essere laddove la sofferenza è massima, laddove massima è la violenza subita, tanto da manifestarsi come rifiuto di ascoltare, come psicopatia e come autolesionismo. Occorre accompagnare la follia nei suoi corridoi suicidari mantenendo lo spirito limpido e la visione chiara del fatto che qui non c’è nessun colpevole se non il sistema della rapina sistematica.

Il nostro dovere è inventare una forma più efficace della violenza, e inventarla subito, prima del prossimo G20 quando a Nizza si riuniranno gli affamatori. In quella occasione non dovremo inseguirli, non dovremo andare a Nizza a esprimere per l’ennesima volta la nostra rabbia impotente. Andremo in mille posti d’Europa, nelle stazioni, nelle piazze nelle scuole nei grandi magazzini e nelle banche e là attiveremo dei megafoni umani. Una ragazza o un vecchio pensionato urleranno le ragioni dell’umanità defraudata, e cento intorno ripeteranno le sue parole, così che altri le ripeteranno in un mantra collettivo, in un’onda di consapevolezza e di solidarietà che a cerchi concentrici isolerà gli affamatori e toglierà loro il potere sulle nostre vite (anche togliendo i nostri soldi dai conti correnti delle loro banche come suggerisce Lucia).

Un mantra di milioni di persone fa crollare le mura di Gerico assai più efficacemente che un piccone o una molotov.

Franco Berardi Bifo
Fonte: www.looponline.info

In Grecia si fa sul serio, i bamboccioni indignati imparino



Atene: la culla della civiltà - Nella piazza Syntagma, davanti al Parlamento, durante una manifestazione di protesta gruppi di ragazzi incappucciati hanno iniziato ad attaccare con sassi e bottiglie incendiarie gli agenti di polizia schierati a protezione dell'edificio. Gli agenti rispondono esplodendo dei candelotti lacrimogeni. (Flash di agenzia)

Gli indignati italiani avevano visto giusto nel fare i master di tecniche di terrorismo sturm und drang e meccaniche di guerriglia urbana laddove resiste ancora un po' di anarchismo militante, benché anche la Val di Susa sia un'incubatrice feconda in fatto di militarizzazione.

06 ottobre 2011

Forza Gnocca: Silvio Forever

Go Pussy rumors: Silvio Berlusconi starebbe meditando di andare in Tv a presentare il decreto sviluppo (necessario contro la speculazione montante, secondo i dettami della Bce) e ad annunciare che non si ricandiderà nel 2013. Sarebbe questa la novità vaticinata da Ferrara. Si vocifera che l'apparizione da Vespa sia stata posticipata per questo motivo, per preparare un media event di grandi proporzioni.

L'unica cosa che non filerebbe, a questo punto, è la nascita del movimento a sostegno di Berlusconi, che però potrebbe essere una trovata demoscopica per riportare in auge i consensi in caduta libera, studiata dagli spin doctor, in quanto unico Unto del Signore del Pdl. Dal Pdl scomparirà il riferimento al Caimano, però nascerà una lista civica ufficiale per portar dietro lo zoccolo duro dei falchi e ultraberlusconiani, lasciando il Pdl ad attrarre i voti moderati. Se Silvio non funziona è pronta a bordo campo Marina Berlusconi.

Foto tratta da twitter, via Sarubbi

23 settembre 2011

Lega salvacricca

"Abbiamo votato compatti contro l'arresto di Milanese e la settimana prossima bocceremo la sfiducia al ministro Romano", così il capogruppo leghista alla Camera Reguzzoni. Questi sì che sono padani duri, puri e cerchiobbotisti. A quando il prossimo spottone antimmigrati o contro Roma ladrona? La base rumoreggia eccome.



P.s. Stendiamo un velo pietoso sulla comicità involontaria suscitata dal manifesto del Pd.

02 agosto 2011

L'orchestra e il Titanic



Abbiamo toccato quota 384 nel differenziale con i Bund tedeschi, superando la Spagna, Pigs Country della prima ora, che aveva uno spread di 374 punti. Il rendimento dei Btp continua a salire ed arrivato a toccare un nuovo massimo al 6,26% a fronte di un rendimento del bund decennale in discesa al 2,42%. Secondo gli analisti, ci stiamo avvicendando a un livello molto pericoloso: se i rendimenti dovessero superare il 7 per cento ci troveremmo nell'identica situazione di Irlanda e Grecia quando sono stati a un passo dal default (Fonte Repubblica.it). Il debito pubblico è il più alto dal '97. I fondamentali del Paese cominciano a scricchiola serissimamente. Prepariamoci al cacerolazo.

Alla Stazione di Bologna...



Nell'anniversario della strage fascista.

31 luglio 2011

Pensiero calviniano del giorno

L'inferno dei viventi non qualcosa che sarà; se ce n'è uno è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo e’ rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non e’ inferno e farlo
durare e dargli spazio.


Italo Calvino, Le città invisibili (1972)

19 luglio 2011

Cose da non dimenticare

Ricorre il decennale del G8 di Genova e il diciannovesimo anniversario dell'uccisione di Paolo Borsellino. Vogliamo ricordarli così.


12 luglio 2011

07 luglio 2011

Isola Capo Rizzuto: caffè d'orzo dai campi delle cosche

Assediamoli come a Parma



A Parma si protesta contro lo scandalo corruzione che ha coinvolto l'amministrazione Vignali con undici arresti per presunte tangenti. Uno dei criteri di assunzione di una cooperativa era in perfetto stile Laqualunque. Tutto ciò non a Marina Disopra, gemellata con Weimar, ma nella civilissima città ducale. Bisognerebbe andare a prenderli dentro le loro stanze!

29 giugno 2011

Dorina Bianchi lascia l'Udc per il Pdl



L'avevamo lasciata così. Ha trovato la via di Damasco. Dopo aver lasciato il Pd ed essere passata per i centristi, approda nella casa dei moderati. Pierferdinando toglie, Silvio dà.

12 giugno 2011

Enzo Del Re e il sentimento del tempo

Enzo Del Re si è spento il 7 giugno scorso.

Due testimonianze speciali ricordano questo singolare e anarchico menestrello del Sud.

Enzo Del Re, uno dei cantastorie dimenticati della musica popolare italiana....Nonostante la sua ideologia ferrata (per un certo periodo girava con due valigie piene di libri di Mao) le sue canzoni hanno sempre avuto un tono lieve, con giochi di parole, scherzi onomatopeici, invettive bizzarre ai potenti, aforismi, (“Adoro il lavoro ma detesto la fatica”) che bene si miscelavano all’accompagnamento del tamburo di legno, un suono materico che ora era cabaret, ora propaganda, ora coscienza dolorosa... (Corrado Sannucci, La Repubblica)



"Rifiutò il trapianto di reni, perché era convinto che con i suoi metodi i reni si sarebbero rigenerati. Aveva sviluppato sue teorie che lo portavano a curarsi mangiando soltanto polpo. L'Octòpus, come lo chiamava. Aveva fatto studi classici. Non lasciava stare le parole. Le indagava. Partiva dal dialetto, le portava all'italiano, si appassionava all'etimologia....Al concerto disse: "Sulla sedia si vive e si muore" e si riferiva a Sacco e Vanzetti, al fatto che una sedia potesse essere uno strumento d'ingiustizia e di morte, la sedia elettrica, oppure di vita, una sedia da suonare. E viene da pensare che l'ultimo momento l'ha passato su una sedia. L'hanno trovato 24 ore dopo col capo appoggiato al tavolo e il sedere alla sedia, con un espressione come sovrapensiero. Si arrabbiava spesso, ma con l'età era come se non si arrabbiasse più severamente (Vinicio Capossela - La Repubblica)".

Quorum battiquorum



Alle 12 l’affluenza totale secondo i dati ufficiali diramati dal ministero dell’Interno oscilla intorno al 11.6% (oltre 5 milioni di aventi diritto al voto) quindi, secondo le proiezioni, si può ritenere che il quorum sarà superato senza problemi nelle restanti 18 ore di voto, con una percentuale superiore al 60%. Così Reset-Italia. E così sia.

09 giugno 2011

Corpo Celeste e realtà morente



Corpo Celeste è uno stupefacente film d'essai di Alice Rohrwacher sull'inquietudine di un'adolescente emigrante di ritotno nel passaggio dell'età puberale, ambientato nell'etrema periferia sud, tra Reggio Calabria e Roghudi, metafora di un abbandono in un'arida terra di confine verso il nulla, in cui la chiesa deborda dalla sua missione.

Marta, tornata dalla Svizzera, cerca di trovare nella Chiesa e nel catechismo le risposte ai suoi interrogativi. Trova un'umanità dolente e squallida, in disfacimento morale, indaffarata e distratta da meschinerie, arrivismo e piccinerie varie. A parte il tema del precariato e della crisi dell'Occidente che produce emigrazione di ritorno colpisce il grettume di un'umanità che ha smarrito il senso di vivere antico, per quanto perpetui stanche liturgie.

Parole e concetti vuoti e astratti in un paesaggio sociale sfregiato, involgariato. "Eli eli lama sabactani" (Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato, l'urlo sibilato da Gesù Cristo sul punto di morte in croce) si sente ribadire spesso durante lo svolgimento del plot narrativo, come un refrain stranito.

E' come se ci fosse un pessimismo cupo e irredimibile per una regione in cui non filtra luce, che somiglia alla coda di una lucertola: si muove come per miracolo, staccata da un corpo vivente.

Alfredino



A Vermicino trent'anni fa il dramma di Alfredino Rampi: nacque ufficialmente lo show del dolore.

08 giugno 2011

Il controverso spot sui Bronzi



Ha suscitato reazioni indignate e polemiche a vari livelli, lo spot dei Bronzi di Riace utilizzato dalla Regione Calabria per la valorizzazione del territorio. Al netto delle polemiche di campanile. E' su un aspetto generale su cui ci si può soffermare attentamente.

Sono le statue che lasciano il Museo per dedicarsi al vagabondaggio, dopo una partita "alla murra" a lasciare interdetti. In fondo è la considerazione che la Cultura serve a poco in terra Bruzia, o che il Museo è così deserto che è meglio andare altrove a godersi la popolarità. In fondo è lo stesso messaggio che lancia Galan quando dice che i Bronzi altrove riscuoterebbero maggiore successo. Un assist che sa di autogol?

06 giugno 2011

Senza confini - No frontiere


L'ultimo editoriale di Luigi Pintor sul Manifesto è datato, risale al 2003. Ancora attuale, al netto degli inevitabili anacronismi, dopo gli screzi tra Vendola e Bersani

La sinistra italiana che conosciamo è morta. Non lo ammettiamo perché si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette. Possiamo sempre consolarci con elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa. Ma la sinistra rappresentativa, quercia rotta e margherita secca e ulivo senza tronco, è fuori scena. Non sono una opposizione e una alternativa e neppure una alternanza, per usare questo gergo. Hanno raggiunto un grado di subalternità e soggezione non solo alle politiche della destra ma al suo punto di vista e alla sua mentalità nel quadro internazionale e interno.
[...]

Noi facciamo molto affidamento sui movimenti dove una presenza e uno spirito della sinistra si manifestano. Ma non sono anche su scala internazionale una potenza adeguata. Le nostre idee, i nostri comportamenti, le nostre parole, sono retrodatate rispetto alla dinamica delle cose, rispetto all'attualità e alle prospettive.
Non ci vuole una svolta ma un rivolgimento. Molto profondo. C'è un'umanità divisa in due, al di sopra o al di sotto delle istituzioni, divisa in due parti inconciliabili nel modo di sentire e di essere ma non ancora di agire. Niente di manicheo ma bisogna segnare un altro confine e stabilire una estraneità riguardo all'altra parte. Destra e sinistra sono formule superficiali e svanite che non segnano questo confine. [...] Ora è un'area senza confini. Non deve vincere domani ma operare ogni giorno e invadere il campo. Il suo scopo è reinventare la vita in un'era che ce ne sta privando in forme mai viste.
(L'ultimo editoriale di Luigi Pintor, 2003).

31 maggio 2011

La scrutatrice (non) sorridente, ma votante


La scrutatrice del seggio di via Scrosati a Milano dove il Premier Silvio Berlusconi ha esercitato il diritto di voto è diventata un vero e proprio mito del web. Il Cavaliere, con il solito fare istrionico l'aveva ammonita: "Sorrida un po' di più". "Non si preoccupi, sorrido, sorrido". Era stata la risposta della giovane scruatrice della scuola Dante Alighieri.
Il sorriso, smagliante, a trentadue denti è arrivato in Piazza Duomo per i festeggiamenti della grande vittoria di Giuliano Pisapia al ballottaggio. Evidentemente era una maschera di tensione in previsione dello spoglio. Scene di giubilo che sono state replicate viralmente da migliaia di utenti.

Queste elezioni sono state vinte dal centrosinistra grazie al ruolo replicante, all'ironia massiva immessa nei social network e alla creatività dei nativi digitali, un pubblico non più passivamente televisivo, che vive e si forma un'opinione sul web.

15 maggio 2011

Una tantum, può capitare

"Scilipoti e i Responsabili sono entrati nella maggioranza, ma vogliono solo soldi e poltrone. Non li ringrazio manco per il cazzo". (Mario Borghezio). Una volta tanto d'accordo con il puro folklore dell'europarlamentare padano. (via L'Espresso)

14 maggio 2011

Comunicazione di servizio


La Moratti chiede conto delle frequentazioni di Pisapia con ex militanti di organizzazioni politiche criminali. Si possono dire tante cose: la Milano dei Moderati è però tutta in questo muscolarismo esasperato. Ma c'è un'altra riflessione da fare.

Ora, l'argomento di Donna Letizia non è molto pregante e può creare analogie imbarazzanti, in considerazione del fatto che il capolista del Pdl, nonché presidente del Consiglio può vantare nella sua rete relazionale pezzi da novanta come Marcello Dell'Utri e Vittorio Mangano.

Quando una persona soffre di un'illusione parliamo di pazzia, ma quando ciò accade a molte persone parliamo di religione, diceva qualcuno. In quest'elezione è in ballo anche il senso del futuro e di percezione della realtà da parte di un'intera Nazione.

11 maggio 2011

Il Signore degli schermi

Ma perché continuano a chiamarli talk show? Al di là della qualità generale, che suggerisce il ritocco onomastico talk choc, sarebbe forse il caso di aggiornare il format: talk Silvio.
Qualsiasi cosa ci sia in ballo, il vero, solo e unico oggetto della discussione (da saloon) è lui, il cavalier Berlusconi da Arcore. Come se non fosse già abbastanza immanente.
LA SAGA DEL CAVALIERE. I talk show son diventati una saga: Berlusconi e l'inflazione, Berlusconi e le elezioni, Berlusconi e lo tsunami, Berlusconi, Osama e Obama, Berlusconi e la fonte della giovinezza, Berlusconi ai confini del mondo, Berlusconi e i Pirati dei Caraibi.
Possibile che la tivù parlata d'altro non si curi? Perfino il patologico narcisismo degli italiani subisce una mutazione genetica: piuttosto che parlare di me, parlo di “lui”. O al massimo parlo di me che parlo di lui.
Le magnifiche ossessioni per Berlusconi rendono uguali tutti questi spettacoli della chiacchiera, che sembrano tanti e in realtà sono uno, trasversale, perenne e con qualche prodigio da professionisti del settore.
GLI ONNIPRESENTI DELLA TIVÙ. Sere fa c'era il ministro Romani a Porta a porta, giri canale e te lo ritrovi a Punti di vista. In concorrenza con se stesso. Ho dato una botta di zapping, fosse mai che me lo ficcavano pure al Grande Fratello e al programma delle Tate.
In un'altra occasione, c'è Maurizio Belpietro che baccagliava gagliardamente ad Annozero. Pubblicità. Giro, ed è anche lui a Porta a porta (Belpietro di sera, beltempo si spera), da dove poco dopo si congeda. Doveva andare da Santoro, che va in diretta mentre Vespa assembla prima: il bello della registrata.
GLI STAKANOVISTI DEGLI STUDI. Per alcuni, è fondato il sospetto che dormano direttamente negli studi, forse su una poltroncina pieghevole, come Maigret al Quay. E certi non se ne vogliano andare.
Una volta mi è capitato di partecipare a una trasmissione in preserale. Una volta terminata, i tecnici hanno sbaraccato alla svelta perché toccava al politico Tal dei Tali, sempre quello. Così non mi sono tenuto e ho detto a un cameraman: «Ma che, questo vive qui con voi?».
Il poveretto mi ha guardato stravolto dicendomi: «Nun me ne parli! Ormai me lo sogno pure de notte, sto più con lui che con mi moje...».

08 maggio 2011

04 maggio 2011



(via Metilparaben) (...)Io, a prescindere da tutto il resto, mi aspetterei qualcosina di più da un ministro della Repubblica.
Voi no? (...)

Crisi libica e Lega ammosciata

"La Lega ha vinto. Ce l'ha sempre duro" (Bossi). Con buona pace del Pd e dei suoi manifesti

27 aprile 2011

Da Siderno al Pentagono

Avvicendamento ai massimi vertici della difesa e dei servizi investigativi dell'amministrazione Usa: Leon Edward Panetta lascia la Cia per assumere il ruolo di segretario alla difesa a capo del Pentagono; Panetta sarà sostituito alla guida della centrale dei servizi segreti dal generale dell'esercito Davide Petraeus, attuale capo delle operazioni militari Usa in Afghanistan.

Il Presidente Barack Obama nominerà anche il veterano della diplomazia Usa, Ryan Crocker, nuovo ambasciatore americano in Afghanistan, posizione che dovrà essere ratificata dal Senato.

Il rimpasto dei vertici della sicurezza nazionale era oggetto di voci da alcune settimane. Robert Gates, attuale capo del Pentagono ed ex capo della Cia, aveva, infatti, chiarito di voler lasciare nel corso dell'anno l'incarico di segretario alla Difesa.

Le nomine avranno effetto dalla prossima estate, secondo quanto scrive il sito online della Abc citando una fonte anonima dell'amministrazione Usa. Il segretario alla Difesa Robert Gates ha già annunciato che lascerà entro l'anno. L'annuncio sarà fatto domani dal presidente Barack Obama, ha aggiunto la fonte, secondo cui il nuovo comandante della coalizione in Afghanistan al posto di Petraeus sarà il generale John Allen.

16 aprile 2011

Priapo, c'est moi! La senescenza satiresca dell'unico boss virile


"Berlusconi si identifica in quella statuetta, vuole che le donne lo adorino, adorino lui e quella parte del suo corpo che lui sente sempre più debole a causa del passare del tempo e dei problemi di salute". (Dottor Alberto Caputo, sessuologo).

Ricondurre il declino del berlusconismo alla riduzione dell'angolo di erezione e delle dimensioni dei genitali, e del pube in particolare, è l'altra perla di questi giorni.

Toghe eversive e storielle

Sentenze che fanno epoca e giurisprudenza



11 aprile 2011

Il disco rotto



La vicenda si complica e il premier cambia versione. Ma non era la nipote di Mubarak?

"Alla ragazza ho dato dei soldi per evitare che si prostituisse. L’avevo aiutata e le avevo persino dato la possibilità di entrare in un centro estetico con un’amica, che lei avrebbe potuto realizzare con un laser per la depilazione per un importo che a me sembrava di 45mila euro. Invece lei ha dichiarato di 60mila e io ho dato l’incarico di darle questi soldi per sottrarla a qualunque necessità, per non costringerla a fare la prostituta, per portarla anzi nella direzione contraria".

Questi sì che sono leghisti veraci

22 marzo 2011

Magic Italy - Spot alternativo dell'italia con la voce di Silvio Berlusconi

Dieci motivi per vedere Silvio forever


Il nuovo film di Roberto Faenza Silvio Forever è un manifesto epico dell'epopea berlusconiana, una parabola durata un poco meno di un ventennio, raccontata in prima persona dal Super-Io narrante del Cavaliere. Soldi ben spesi per una pellicola che uscirà nelle sale ed è stata boicottata a partire dallo spot. Ecco in sintesi i motivi per cui è un documentario imperdibile nella sua diversità rispetto a tante opere simili e assimilabili.

- La sceneggiatura dei giornalisti Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo assicura un andamento filologicamente impeccabile e una narrazione piuttosto equidistante, se è vero che anche un filoberlusconiano può riconoscere il marchio di un'opera incentrata obiettivamente sul principale protagonista della scena politica italiana dal dopoguerra ad oggi.

- E' un'opera monumentale da tramandare alle giovani generazioni per capire la megalomania del soggetto cui è stata appaltata un'intera nazione e il senso di un abisso che è un punto di non ritorno.

- Anche se il sistema di montaggio assomiglia a un Blob che si serve di contributi audio, video e frammenti provenienti dal web, dunque non è originale in senso assoluto, riesce ad accattivare in maniera magnetica pur nella sua densa e inevitabile prolissità.

- Aumenta la consapevolezza e l'autostima degli antiberlusconiani e serve da antidoto catarchico per liberare il vulnus del berlusconismo insito nelle pieghe dell'animo di ogni fiero spirito italico.

- Si possono recuperare alcune chicche imperdibili come la visita guidata al mausoleo di Arcore da parte dello scultore Cascella e le parole della madre che sentenzia solennemente: "Non si vedranno mai
- Per chi ricorda solo i guai giudiziari del bunga bunga è un ottimo memorandum.

- Si capisce come i comici siano stati di gran lunga più credibili dell'opposizione parlamentare ed extra parlamentare, perché hanno colto lì'essenza più godereccia e ludica del regime di Sua Emittenza.

- Si coglie nel montaggio sapiente l'essenza antropologica e prepolitica del regno di Berlusconia, meglio che in altri documentari come Videocracy.

- Si capisce come Veronica Lario (di cui si ricorda una trascurabile partecipazione in un film horror di Dario Argento) nel definire l'ex marito come un malato, bisognoso di aiuto e di assistenza abbia colto veramente nel segno.

- Si fa un resoconto veloce di diciassette anni matti e disperatissimi.

11 marzo 2011

Il nuovo leader del Pd

Flores la tecnica della controinterruzione per impedire di parlare



La dimostrazione plastica di come la gazzarra e l'attacco preventivo aggredendo (spesso volgarmente e senza argomenti l'avversario) faccia aumentare l'audience e la percezione che tutti sono uguali, tutti rubano alla stessa maniera, in una melassa indistinta.

08 marzo 2011

Boss eroici per la politica/2

E' questa la giustizia che non va

dal blog http://emmebi.blogspot.com/

Oggi (marzo 2011) prima udienza dell'incidente probatorio per il processo della strage ferroviaria di Viareggio del giugno 2009 dove persero la vita 32 innocenti persone.
Tra gli indagati ci sono nomi eccellenti, dall'ad di Ferrovie, Mauro Moretti e l'ad di Trenitalia, Vincenzo Soprano. Di loro, oggi in aula, nessuna traccia. Solo i loro avvocati.
Niente di fatto.
La prossima udienza è fissata per il 2 novembre 2011.
ll processo per la strage di Viareggio potrebbe prendere il via all'inizio dell'estate 2012 e terminare i primi mesi dell'anno successivo (marzo 2013).
Il rischio della prescrizione è dietro l'angolo, specialmente se il processo dovesse durare oltre i due anni, secondo la riforma della Giustizia che il Governo intende varare
(e qui ci starebbe bene anche il bestemmione, se servisse a qualcosa)

05 marzo 2011

Addio compagno Alberto Granado

Si è spento all'età di 88 anni Alberto Granado Romero, compañero di vita del Comandante Ernesto Che Guevara, con il quale collaborò per l'organizzazione della Revolución cubana, noto per il viaggio nel Sudamerica in sella alla "Poderosa", raccontato nel film I Viaggi della Motocicletta. Che la terra ti sia finalmente lieve.

26 febbraio 2011

Chiesa, notizie scomparse e gossip da bar



Il prezzo da pagare alla chiesa cattolica in cambio del suo silenzio sul mercimonio dei festini orgiastici del premier italiano e la comicità di quello che è rimasto il menestrello delle navi da crociera. La memorabile epopea con Marcello Dell'Utri. Quel Dell'Utri che il pentito Giovanni Brusca individua come referente politico di Cosa Nostra dopo la morte in Sicilia di Salvo Lima, secondo quanto riferito da Totò Riina. Già proprio "Totò u curtu", il primo a parlare di complotto comunista.

La farsesca situazione politica italiana è questa: la prima notizia - troie e dintorni - farà decisamente più discutere della seconda, depotenziata di clamore e di efficacia, nella Repubblica dell'assuefazione alle cricche e Mafiopoli. Con buona pace di smutandati e puritani.

24 febbraio 2011

Chiamate la neuro

"Le fosse comuni mi agitano molto, sono immagini del terrore che ricordano i tempi bui della storia dei popoli. Proprio qualche giorno fa abbiamo ricordato le foibe. E' orribile che ci siano ancora episodi di questo tipo". (Iganzio La Russa)
Dopo aver parlato di migrazioni bibliche, in attesa di sfruttare l'intervento umanitario in Libia per una propaganda che distolga dai problemi giudiziari e mediatici, un'altra perla di saggezza. Con la vittoria degli insorti l'Italia manterrà gli stessi rapporti con il paese rivierasco nordafricano? O la primavera di Begnasi presenterà il conto anche ai saggi corifei della Realpolitik?

21 febbraio 2011

Il saggio leader libico



"Io sono legato da amicizia vera con il presidente egiziano Mubarak, con il presidente libico Gheddafi e con il presidente della Tunisia Ben Ali"

In questi quindici anni io ho avuto modo di incontrare più volte il leader e di legarmi a lui da una vera e profonda amicizia: al leader riconosco una grande saggezza.

15 febbraio 2011

Dedicato a Bersani



"La Lega non è razzista e non è xenofoba. Noi siamo democratici. [...] Io sono tranquillo, queste accuse le respingo al mittente. Razzista e xenofoba è la sinistra. Noi siamo in regola, non siamo Le Pen. [...] Noi siamo il contrario di Le Pen e chi ci accosta è un farabutto. Altro che razzisti e xenofobi"

Umberto Bossi, 23 aprile 2002

I classici del pensiero e il caso Ruby

Nei periodi di maggiore confusione è bene rifarsi ai classici. Per leggere una vicenda così triste e oscura cosa c'è di meglio di un Cicerone invecchiato e di un Marziale d'antan. In fondo il rinvio a giudizio con rito immediato di Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile nell'ambito del caso Ruby può anche essere letto così.

Lasciva è la nostra pagina, ma la vita è onesta (Marziale)

Cosa vi può essere di più bello di quando colui che comanda non è servo di alcuna passione, quando le cose cui sprona i suoi cittadini le ha lui stesso abbracciate tutte, quando non impone al popolo delle leggi cui lui stesso non obbedisce, ma offre ai suoi cittadini la sua vita come legge? (Cicerone)

10 febbraio 2011

"Acciacca lo zingaro"

"Acciacca lo zingaro", l'indecente applicazione Facebook messa online da Forza Nuova all'indomani del rogo che domenica scorsa è costato la vita di quattro bimbi rom della Capitale, fa proseliti sul forum -ufficiale e moderato- di Radio Padania Libera. Con tanto di ammiccante smile. (dal blog di Daniele Sensi)

Che non siano troll è evidente. Su Facebook campeggiano anche gruppi del genere.

gruppo anti etnia rom anti etnia sinti (zingari) anti turchia (islam) CREATO DALL ESTREMA DESTRA DI ROMANIA IN SUPPORTO A QUELLO DI PRIMA FATTO DA FORZA NUOVA ROMA

gruppo creato dall estrema destra di romania con il supporto di forza nuova essendo gemellati poltiicamente in fronte nazionale europeo

l etnia rom non sta per romania l etnia rom non vuoldire affatto romania ma l etnia rrom e sinti sono una etnia di ceppo indiano con varie nazionalita vedere il link informativo di forza nuova

http://forzanuovasannicola.blogspot.com/2010/03/i-rom-non-sono-rumeni.html. Frasi xenofobe e spaventosa violenza sul rogo dei piccoli rom nomadi. Ormai è delirio puro.