16 aprile 2012

Addio a Carlo Petrini

Se ne va un grande accusatore del sistema calcio, Carlo Petrini, denunciò il doping, Moggi e raccontò la storia del calciatore suicidato, Donato Bergamini.

11 aprile 2012

Farmacisti e crisi greca

Un farmacista in pensione si è suicidato in Grecia, stremato dalla crisi e frustrato dall'idea di doversi procacciare il cibo rovistando tra i rifiuti. La lettera di addio è un vero monito alla Rivoluzione.

«Il governo di occupazione Tsolakoglu (con riferimento al governo greco collabrazionista durante l'occupazione nazifascista*) ha annientato la mia capacità di sopravvivere, basata sulla mia pensione dignitosa che da solo, senza l'aiuto dello Stato, per 35 anni, mi sono pagato. Tenuto conto che la mia età non mi dà la possibilità di reagire con forza (ma se un altro greco avesse preso il Kalashnikov io l'avrei seguito) non ho altra soluzione che porre fine in modo dignitoso alla mia vita, prima di essere obbligato a rovistare tra i rifiuti per nutrirmi. Credo che i giovani senza futuro, un giorno, prenderanno le armi e, in Piazza Syntagma, appenderanno i traditori della nazione, come fecero nel 1945 gli italiani con Mussolini»
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08 aprile 2012

Grass che cola

A causa di questo poema, Guenter Grass, premio Nobel per la Letteratura, è stato dichiarato persona non gradita dallo Stato di Israele. Possibile che ogni critica debba essere fatta risalire all'antisemitismo, anche se c'è della recidiva nello scrittore tedesco?

Perché taccio, passo sotto silenzio troppo a lungo

quanto è palese e si è praticato

in giochi di guerra alla fine dei quali, da sopravvissuti,

noi siamo tutt´al più le note a margine.

E´ l´affermato diritto al decisivo attacco preventivo

che potrebbe cancellare il popolo iraniano

soggiogato da un fanfarone e spinto al giubilo organizzato,

perché nella sfera di sua competenza si presume

la costruzione di un´atomica.

E allora perché mi proibisco

di chiamare per nome l´altro paese,

in cui da anni - anche se coperto da segreto -

si dispone di un crescente potenziale nucleare,

però fuori controllo, perché inaccessibile

a qualsiasi ispezione?

Il silenzio di tutti su questo stato di cose,

a cui si è assoggettato il mio silenzio,

lo sento come opprimente menzogna

e inibizione che prospetta punizioni

appena non se ne tenga conto;

il verdetto «antisemitismo» è d´uso corrente.

Ora però, poiché dal mio paese,

di volta in volta toccato da crimini esclusivi

che non hanno paragone e costretto a giustificarsi,

di nuovo e per puri scopi commerciali, anche se

con lingua svelta la si dichiara «riparazione»,

dovrebbe essere consegnato a Israele

un altro sommergibile, la cui specialità

consiste nel poter dirigere annientanti testate là dove

l´esistenza di un´unica bomba atomica non è provata

ma vuol essere di forza probatoria come spauracchio,

dico quello che deve essere detto.

Perché ho taciuto finora?

Perché pensavo che la mia origine,

gravata da una macchia incancellabile,

impedisse di aspettarsi questo dato di fatto

come verità dichiarata dallo Stato d´Israele

al quale sono e voglio restare legato

Perché dico solo adesso,

da vecchio e con l´ultimo inchiostro:

La potenza nucleare di Israele minaccia

la così fragile pace mondiale?

Perché deve essere detto

quello che già domani potrebbe essere troppo tardi;

anche perché noi - come tedeschi con sufficienti colpe a carico -

potremmo diventare fornitori di un crimine

prevedibile, e nessuna delle solite scuse

cancellerebbe la nostra complicità.

E lo ammetto: non taccio più

perché dell´ipocrisia dell´Occidente

ne ho fin sopra i capelli; perché è auspicabile

che molti vogliano affrancarsi dal silenzio,

esortino alla rinuncia il promotore

del pericolo riconoscibile e

altrettanto insistano perché

un controllo libero e permanente

del potenziale atomico israeliano

e delle installazioni nucleari iraniane

sia consentito dai governi di entrambi i paesi

tramite un´istanza internazionale.

Solo così per tutti, israeliani e palestinesi,

e più ancora, per tutti gli uomini che vivono

ostilmente fianco a fianco in quella

regione occupata dalla follia ci sarà una via d´uscita,

e in fin dei conti anche per noi.

06 aprile 2012

Quello che Diaz non dice

Diaz di Daniele Vicari è un film da far vedere anche alle scolaresche: mostra la brutale efferatezza della polizia italiana il 21 luglio del 2001. Indaga sulla macelleria messicana messa in atto nella scuola genovese durante il G8, con il seguito "cileno" attuato nella caserma Bolzaneto. Lo fa in maniera cruda, cruenta. con qualche sconto. Una cosa però emerge chiara tra i vari livelli narrativi: il film sembra sposare la tesi della polizia, secondo cui nell'istituto erano accampati dei pericolosi black bloc. In secondo luogo sembra esserci una banalizzazione degli echi e delle elaborazioni del Genoa Social Forum e alla fine una citazione poteva essere anche fatta sui responsabili della carneficina, impuniti e promossi a livello professionale, visto che ci sono già stati due gradi di giudizio sulla vicenda. Al di là di tutto una pagina che ricorda "la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale"