26 settembre 2009

Ma se non è un Santo, perché è l'Unto del Signore?


Non sorprenda il rapporto molto stretto tra la Chiesa Cattolica e Silvio Berlusconi. Nonostante la vita dissipata del premier, le scosse di assestamento, e le voci di complotti della finanza bianca, la Chiesa continua a ritenere affidabile il Cavaliere, come interlocutore, più dei suoi competitors politici. E non perché Silvio sia un teocon.

Finanziamenti alle scuole private, biotestamento, ora di religione, otto per mille hanno sedimentato questo rapporto nel quindicennio berlusconiano. Il gran ciambellano Gianni Letta è il mediatore e il garante al tempo stesso delle istanze delle alte sfere vaticane presso il Governo.

E' illuminante leggere in proposito L'Unto del Signore, inchiesta del giornalista Ferruccio Pinotti e Udo Gumpel, pubblicata da Bur che indaga sull'intreccio perverso tra la finanza vaticana e l'entourage del Presidente del Consiglio, accendendo un faro sul riciclaggio, le vicende a dir poco losche che hanno accompagnato la nascita di Forza Italia, le transazioni finanziarie di Opus Dei e Comunione e Liberazione. Una storia oscura su cui gli autori fanno luce partendo dalle operazioni della Banca Rasini e dal crac di Michele Sindona.

Francesco Cossiga spiega con realpolitik: «Alla Chiesa cattolica - ha detto intervistato dagli autori - che uno vada in chiesa o meno non importa molto: se devo fare un contratto, una società, come amico mi scelgo uno che abbia le mie stesse idee religiose, ma se questo cristiano non capisce nulla di finanza e dall'altra parte c' è un massone che capisce di finanza, con chi crede che faccia la società? La Chiesa guarda al concreto». Berlusconi è cristiano e pure massone (tessera 1816 della P2).

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