Su Repubblica Geoff Andrews, docente di politca presso la Open University si spinge a fare una valutazione sulla situazione italiana costellata da scandali che hanno dimezzato la credibilità del premier e la sua immagine (misto fra Casanova e Dorian Gray). Ma che sicuramente non lo spingeranno a dimettersi. Solo in Portogallo un ministro è costretto a dimettersi per aver fatto gestacci a un rappresentante dell'opposizione. In Italia invece la sua popolarità si sarebbe quantomeno quintuplicata.
"Viviamo tempi inquietanti per tutti coloro che - a prescindere dal proprio orientamento politico - hanno a cuore l'Italia. Berlusconi non rassegnerà facilmente le dimissioni: se rinunciasse al potere - volontariamente, o sulla scia di pressioni - perderebbe l'immunità parlamentare e rischierebbe di dover rispondere di nuovi capi d'accusa. All'interno del suo partito intanto non è ancora emerso un possibile successore in grado di raccogliere ampi consensi. L'opposizione continua ad essere molto debole, e non si scorge alcuna imminente possibilità di riforme - di cui il sistema costituzionale italiano ha grande bisogno - né il sorgere di alcun movimento popolare mirato al rinnovamento. Gli unici a trarre vantaggio politico dai problemi di Berlusconi sono, ad oggi, gli xenofobi della Lega Nord, che alle elezioni per il Parlamento europeo del 6-7 giugno hanno ottenuto dei buoni risultati. La Lega si dimostra ancora una volta un alleato scomodo, come accadde nel dicembre del 1994, quando cadde il primo governo Berlusconi. Ammesso che sopraggiunga, la fine del regno di Berlusconi potrebbe essere lunga e dolorosa, e annunciare per l'Italia un avvenire cupo. Una vera tragedia".
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