04 luglio 2009

Le donne in terra di mafia

Essere donna in terra criminale è complicatissimo. Regole complesse, riti rigorosi, vincoli inscindibili. Una sintassi inflessibile e spesso eternamente identica regolamenta il comportamento femminile in terra di mafie. (Roberto Saviano)

Le donne a sud di Gomorra assolvono spesso il ruolo di broker, trafficanti, mediatrici finanziarie, amministratici di patrimoni criminali. Intrattengono legami parentali con le famiglie, accudiscono e allevano i figli, preparandoli a un futuro da boss. In Calabria, dopo Duisburg l’episodio clou della faida di San Luca il vescovo di Locri Giancarlo Bregantini aveva tentato un’opera di persuasione perché "la faida era nel cuore delle donne". Sono loro che hanno in mano il perdono o la vendetta. Le donne hanno sempre assecondato, collaborato e comandato. Nel momento in cui dovesse verificarsi un corto circuito culturale, si produrrebbero cambiamenti difficilmente immaginabili. Questa sommossa di coscienze collettiva è lo scopo del movimento Donne di San Luca.


Di seguito l'agghiacciante storia di Valentino Galati, raccontata nel documentario "La Santa. Viaggio nella 'ndrangheta sconosciuta" di Ruben H.Oliva ed Enrico Fierro e ripresa un un articolo dello scrittore Roberto Saviano, apparso su Repubblica.

"Valentino Galati aveva diciannove anni quando è sparito il 26 dicembre 2006 a san luca.jpgFiladelfia, che non è la città fondata dai quaccheri americani, ma un paese in provincia di Vibo Valentia, fondato da massoni. Valentino era un ragazzo vicino alla ndrina egemone. Aveva sangue ndranghetista e quindi divenne ndranghetista, lavorava per il boss Rocco Anello. Quando questi finisce in galera per aver organizzato un sistema di estorsioni capillare (per una piccola tratta ferroviaria ogni impresa che vi partecipava doveva pagargli 50 mila euro a chilometro), sua moglie Angela ha sempre più bisogno di una mano da parte della ndrina per andare avanti. Spesa, pulizia della casa, accompagnare i bambini a scuola. A Valentino capita di essere uno dei prescelti. Così lentamente, quasi naturalmente, nasce una relazione con Angela Bartucca. Punirlo è indispensabile e quando non lo si vede più girare per il paese, nessuno si stupisce.

Condannato a morte perché è stato con la moglie del boss. Solo sua madre Anna non vuole crederci. Suo figlio amante della moglie di un boss? Per lei è impossibile: è divenuto da poco maggiorenne, è troppo piccolo. Ammette che Angela veniva anche in casa a prendere il caffè, e da quando suo figlio è sparito, non si è fatta più vedere. Ma per la madre di Valentino questo non dimostra nulla. "Mio figlio non c'entra niente con questa storia". Insiste a credere vi siano altri motivi, ma per la magistratura antimafia non è così. Per lungo tempo Anna ha dormito sul divano perché lì c'era il telefono ed ha aspettato una chiamata di suo figlio, terrorizzata che in camera da letto potesse non sentire il suono "dell'apparecchio", come a sud lo chiamano. Così, alla fine, la madre di Valentino si chiude nel silenzio di un dolore che rispetta il silenzio dell'omertà, continuando a negare contro ogni evidenza".









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