30 ottobre 2009

Le tragiche fatalità nel Belpaese



Il caso di Stefano Cucchi, ragazzo morto in circostanze, a dir poco misteriose, è semplicemente allucinante, lascia interdetti e non è degno di un paese civile.

Il trentatreenne romano, un corpo scheletrico, provato da una tossicodipendenza d, arrestato all'alba di venerdì 16 ottobre e restituito alla famiglia giovedì 22 morto, in possesso di 22 grammi di mariujana con il corpo tumefatto, pieno di fratture. La famiglia ha diffuso le foto, raccapriccianti nella loro truce crudeltà: faccia gonfia, mascella .

Processato per direttissima è già un'altra persona, si dichiara colpevole in quanto consumatore e il giudice lo spedisce all'ambulatorio. Il referto denota fratture alla schiena e problemi alle vertebre, danni permanenti e visibili. Ma viene portato nella casa circondariale di Regina Coeli. Dopo una serie di visite negate alla famiglia che viene rimbalzata con pretesti del tipo: "Niente visite, non sta bene, ma non è nulla di grave". Il corpo esanime viene restituito ai genitori che chiedono giustizia e di chiarire cosa sia avvenuto dentro un perimetro che coinvolge carabinieri, infermieri, secondini, medici. Uno Stato di diritto non può accettare pestaggi e trattamenti inumani a prescindere dal reato commesso. Molti elementi accomunanano la vicenda di Stefano Cucchi a quella di Federico Aldrovandi. Il corpo torturato parla da solo e non lo si voleva far vedere.

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