21 ottobre 2009

L'accento meridionale, il sindaco e la vigilessa


Con un titolo simile questo post potrebbe essere la parafrasi di un film della commedia sexy all'italiana. Di risibile però è solo la pochezza culturale delle questioni sollevate. L'accento è un indice di provenienza geografica, quanto più è marcato, tanto più segnala la collocazione geografica. Dove sono abituati a usare la doppia denominazione Bergamo-Bèrghem, Varese-Varés, non si può tollerare un accento di derivazione meridionale. Avviene a Tradate, piccolo comune in provincia di Varese. Una vigilessa viene rimproverata dal sindaco Stefano Candiani perché risponde al telefono con l'accento meridionale. Sembra una vicenda degli anni cinquanta, eppure si tratta di un episodio realmente accaduto.

Era stato lui a telefonare in Comune, "ma non avevo capito cosa era stato detto al telefono". Candiani aveva poi chiesto formalmente al comandante dei vigili urbani, Claudio Zuanon, "maggiore attenzione da parte di chi risponde al telefono". La vigilessa ha chiesto al comandante di essere esentata dal servizio di risposta alle chiamate. La Lega è uno dei partiti più attivi in tema di promozione dei dialetti, a Como un call center risponde nella lingua madre, ma non tollera che il verbo padano istituito per infusione divina ad Arnaldo da Brescia venga sporcato da dizioni ereticamente provenienti da latitudini a sud. Toglietele pure una regione, ma non l'orgoglioso dialetto lumbard. Ma va da via el cul.

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