11 ottobre 2009

La 'ndrangheta a Cento Passi dal Duomo



L’argomento criminalità organizzata, con la sua iconografia anacronistica veicolata dalle fiction televisive, è sparito dalle cronache milanesi. La metropoli meneghina rappresenta l’Eldorado è il narcotraffico pert le 'ndrine calabresi. La diffusione della cocaina è tale che i traders guadagnano montagne di soldi, che contano a peso. A Milano ci sono 120mila consumatori di cocaina, 25mila abituali. Ogni giorno si consumano circa 10mila dosi di polvere bianca, come si riscontra dalle analisi effettuate nei depuratori. Un chilo di cocaina pura all’80% viene acquistata a circa 15mila euro e rivenduta a 35mila euro. Gli ‘ndranghetisti intrattengono rapporti privilegiati con i cartelli colombiani, ma anche con i narcos messicani. I proventi rientrano nei circuiti legali dell’economia attraverso il riciclaggio, facilitato da una rete di colletti sporchi. Se l’attenzione si concentra sul microcrimine, sui writers e sul consumo delle bottiglie di birra, la lotta ai clan è una battaglia persa in partenza.

A Milano comanda la 'ndrangheta è un libro di due giornalisti coraggiosi, Davide Carlucci e Giuseppe Caruso, edito da Ponte delle Grazie. Il volume racconta la pervasività delle mafie nel cuore della Lombardia, grazie anche a decenni di penetrazione silenziosa, accompagnata dalla sottovalutazione e dall'ignavia e l'indolenza del tessuto sano della città. Milano è stata eletta a principale snodo dei traffici illeciti che assumono sempre dimensioni finanziarie più globali. Con buona pace di chi si ostina a dire la Mafia non esiste e non è nemmeno caricaturale come Cetto Laqualunque, il personaggio ideato da Antonio Albanese.

Nessun commento:

Posta un commento