02 ottobre 2009

Cronaca di una tragedia annunciata



Venne Sarno e saggi, esperti e amministratori furono concordi: "Mai più morti per le alluvioni". Da allora colate di fango, detriti, case crollate come se fossero di cartapesta. Lo scenario di Giampilieri e Scaletta Zanclea, flagellate dal maltempo nel messinese è tanto apocalittico quanto simile a quello che si è presentato ai soccorritori in tante altre tragedie. Gli edifici crollati sono 20 e ci sono 415 sfollati. Purtroppo il bilancio dei morti è destinato a salire. Dopo il diluvio, c'è sempre prontezza nel proclamare lo stato di emergenza e nel piangere i morti. Gli strumenti per di pianificazione che danno la cifra di una situazione quasi in diretta esistono, non si interviene mai in maniera preventiva. I comuni non hanno nemmeno i fondi per fare la pulizia di canali, fiumi e tombini. Gli allarmi degli esperti sono ignorati per questioni di vincolo di bilancio.

Le costruzioni edilizie, che hanno beneficiato di condoni e sanatorie, nonché di una scarso rispetto delle norme edilizie e dell'urbanizzazione. C'è una certezza, passata l'onda emotiva e la perturbazione e l'inevitabile ondata di retorica e dietrologia, ci si dimenticherà della tragedia. Solo l'opzione sismica e di dissesto idrogeologico fanno pensare alla pericolosità e alla scelleratezza nel costruire gli edifici, rilasciare le licenze e non effettuare i lavori a regola d'arte. Nella filiera del malaffare palazzinaro e delle spianate di calcestruzzo vanno ripratite tra insipienza amministrativa e incuria. Ma partirà il consueto gioco tutto italiano allo scaricabarile. E' invece giunto il momento di innalzare i piloni di cemento della Grande Opera. Il Ponte diventa improcrastinabile. Cosa importa delle vittime e degli alluvionati?

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