16 novembre 2009



Fortunatamente è arrivato l'arresto, un po' a orologeria di Domenico Raccuglia, primula rossa di Cosa Nostra a ridare speranza alla città di Palermo. Vedere i ragazzi di Addiopzzo che cantano "La Sicilia quella vera siamo noi", "Chi non salta mafia è" (l'avevano già fatto al momento dell'arresto di Bernardo Provenzano), non è proprio un fatto di tutti i giorni. L'esortazione ai "ragazzi" delle forze dell'ordine è un segnale (prim'ancora che mediatico) di grande speranza per le terre martoriate dal crimine organizzato (è bene sottolineare che tali manifestazioni non sono omogenee in tutte le terre di mafia).

In Calabria, tanto per fare un esempio l'ex procuratore aggiunto di Reggio, oggi commissario della stazione unica appaltante Salvatore Boemi, l'aveva detto: "La gente comune lotta alla mafia senza fare il tifo per le forze dell'ordine".

Pochi giorni prima, la Monnezza palermitana era tornata d'attualità nel panorama dell'informazione. Il Fatto Quotidiano aveva intervistato il regista Franco Moresco che si era espresso in termini molto critici sul degrado raggiunto dalla città siciliana: "L'immondizia è lo specchio dell'imbarbarimento della popolazione. E di chi è la colpa? Di chi ha sopravvalutato il cittadino palermitano, che non possiede nel suo dna il senso della comunità, dello stare insieme. Intendiamoci, gli amministratori dovrebbero essere presi a schiaffi o a calci per quello che fanno, ma da sempre i palermitani scelgono la clientela come strumento di soluzione dei problemi propri e della propria famiglia. Prima Cuffaro, poi Cammarata, prevale sempre una visione clientelare della politica e dell'esistenza. E questi sono i risultati.... Parafrasando Pasolini, speranza è una parola che ho cancellato dal mio vocabolario. Dopo le stragi questa città ha avuto la possibilità di cambiare, ma non ha fatto nulla. Le iniziative di cambiamento hanno solo una funzione di facciata, un valore mediatico. Non fanno più paura a nessuno, sono un giochino che dura lo spazio di un apparizione in tvo di un pezzo sui giornali. E se le speranze sono riposte in questa nuova sinistra, stiamo freschi".

Speriamo che l'apocalittico coautore di Cinico Tv (insieme a Daniele Ciprì) abbia torto e non per aver voluto occupare l'unico posto libero.

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