17 novembre 2009

Bersani e i nodi gordiani del Partito democratico



La nuova segreteria del Pd di Pierluigi Bersani dovrà districarsi tra il dipietrismo, tentando di non farsi scavalcare al centro dall'Alleanza per l'Italia, senza perdere i contatti con il mondo della sinistra e apparire arrendevole e rispetto alle tentazioni della vocazione maggioritaria, ma neanche soft sul piano della proposta politica. Detta così è un rebus. Nel concreto basta pensare alla confusione scaturita dalla mancata partecipazione come blocco politico alla manifestazione No Cav. Altro che svolta economicistica, del neo segretario. Tempi duri per i bizantinismi riformisti. Fa bene Bersani a votarsi all'anima pia di Benigno Zaccagnini, in odore di santità secondo il cardinale Ersilio Tonini.

Mutuando le dieci domande di Repubblica il pittore-intellettuale Luciano Scateni avrebbe un decalogo da sottoporre all'attenzione dei dirigenti del Pd, che si può tranquillamente girare ai maggiorenti del partito e può essere sposato da parte di simpatizzanti, militanti e quanti hanno a cuore le sorti del centrosinistra.

1) Per due volte, il governo di centro-sinistra ha dimenticato di promulgare una legge sul conflitto di interessi che avrebbe messo fuori gioco Berlusconi. Si e' trattato di una pandemia che ha obnubilato la volonta' politica di quelle maggioranze, o di una dimenticanza per tenere ben chiuso qualche loro armadio affollato di scheletri?
2) Senza disporre di analisti geniali dell'economia, era cosi' difficile capire che il trapasso tra lira ed euro aveva in se' il rischio di dimezzare il potere d'acquisto di salari e pensioni? Quale controllo e' stato esercitato per impedire che una paga decorosa di ottocentomila lire al mese diventasse una miseria da poverta' estrema?
3) Ma davvero c'e' nel marasma del centro-sinistra la convinzione che i nostri soldati sono in Afghanistan in missione di pace?
4) Era cosi' difficile prevedere l'incompatibilita' della Binetti con la laicita' del centro sinistra?
5) Cosa pensano Bersani, Franceschini e Marino ma anche D'Alema, Fassino e compagni, del lager di Lampedusa in cui i migranti finiscono dopo viaggi a rischio di morte? Quale ostacolo ha impedito di radere al suolo quel centro di accoglienza e quale mobilitazione e' stata organizzata per impedire i famigerati respingimenti condannati dall'Europa, ma perpetuati quasi ogni giorno?
6) Guardando negli occhi qualche milione di italiani che vota centro-sinistra, il trio delle primarie avrebbe potuto dire e soprattutto fare qualcosa di sinistra, anziche' arzigogolare su escort e notti brave di Berlusconi, oscurando il dramma di chi e' in miseria e non ha lavoro, ne' futuro?
7) L'organizzazione di quel che fu il partito di Berlinguer e' capace di impedire con la mobilitazione la follia chiamata Ponte sullo Stretto a favore di scelte che impediscano nuove tragedie (Messina, l'Aquila e non solo) e diano alla Sicilia una rete ferroviaria decente?
8) Con tutto il cauto apprezzamento per alcune sortite di Fini in tema di rispetto per le Istituzioni, il centro-sinistra crede a una sua conversione democratica profonda, o finge di crederci sapendo che il presidente della Camera studia da tempo per riscuotere un premio consistente dopo il mandato di terza carica dello Stato?
9) E' lecito che in una sola casa della politica nascano a dispetto due emittenti televisive di Veltroni e D'Alema, pesi massimi del Pd, che non vede nessuno per evitare di russare profondamente?
10) Ma il Riformista non e' una costola del Partito Democratico? Qualcuno ha capito che si tratta di una quinta colonna, di una serpe covata in seno, di un mezzo di contrasto in famiglia? Agganciata a quest'ultima, la domanda: quanti e quali sono gli strateghi di un progetto a piu' voci che intende soppiantare il regime berlusconiano con una riedizione riveduta e corretta del grande centro di De Gasperi e Andreotti? Ne sa qualcosa il Pd?

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