14 aprile 2010

Intimidazioni a ripetizione contro la cooperativa Valle del Marro



Coltivare prodotti in un terreno prima appartenente alle famiglie malavitose rappresenta uno schiaffo insopportabile per i clan. A Gioia Tauro, in località Pontevecchio, si trova un terreno confiscato. Ignoti hanno rimosso e fatto a pezzi i lucchetti del capannone e del cancello posto all’ingresso di un terreno e compiuto un'effrazione a titolo dimostrativo. La forzatura è stata compiuta solo allo scopo di sottrarre temporaneamente il furgone aziendale. Nella simbologia mafiosa l'atto significa una minaccia traducibile semplicemente così: "Dei vostri beni possiamo disporre come vogliamo, e ve lo dimostriamo, state attenti". La cooperativa Valle del Marro di Libera Terra non è nuova a questo genere di episodi minatori. Un attentato simile si era verificato il primo aprile scorso. E nel marzo di quest'anno ignoti avevano rubato a Polistena l’auto del vice- presidente della cooperativa per poi abbandonarla, dieci giorni dopo, in una via della città di Rosarno, danneggiando irreparabilmente gli interni.

Questo rosario di intimidazioni non ha scoraggiato Libera, che per bocca del suo fondatore, don Luigi Ciotti ha stigmatizzato gli accadimenti dolosi: "La serie di intimidazioni contro la cooperativa Valle del Marro di Libera Terra nella piana di Gioia Tauro, ultima quella odierna, provoca disorientamento e fatica. E tuttavia, al di la' delle loro intenzioni, questi continui gesti vili sono un buon segno, sono la riprova del positivo che in terra di Calabria stiamo cercando di costruire anche grazie alla preziosa opera di magistratura e forze dell'ordine, ell'associazionismo, del mondo cattolico e di molte amministrazioni attente". E ha ragione il portavoce dell'associazione: "Il lavoro che insieme stiamo realizzando - prosegue Don Ciotti - e' un positivo che allarma e infastidisce chi vuole continuare a imporre le logiche della violenza e del profitto illecito. Un positivo che dovremo alimentare giorno per giorno con il contributo di tutti: cittadini e associazioni, istituzioni e chiese. La lotta alle mafie e alle organizzazioni criminali si snoda lungo un percorso tortuoso, spesso in salita, che richiede continuità, coerenza e strategie volte non solo a reprimere i fatti criminali ma a sradicare, attraverso proposte sociali e culturali concrete, la mentalità mafiosa che sta alla base di questi fatti. "I tentativi di intimidazione - conclude il religioso - non hanno fermato in passato ne' fermeranno la scelta, l'impegno, la determinazione di Libera e della sua rete nell' opera di restituzione alla collettività in Calabria come in tante altre parti del paese, di quanto le mafie hanno sottratto con la violenza e la minaccia". La politica, quella che non ha dato tregua ai calabresi nelle settimane della campagna elettorale, tranne qualche significativa eccezione, è stata afona o ha avanzato la solida solidarietà dei comunicati, che i portavoce degli amministratori tengono nelle cartelle stampa, già prestampati e pronti per l'uso. Per non fare mancare la propria voce al coro dell'inutile.

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