13 gennaio 2010

Fuga dal Sud



La transumanza Sud-Nord non conosce tregue. L'esercito di disoccupati che si sposta in massa dalla regioni meridionali nel guado padano ha raggiunto in cinque anni percentuali stratosferiche. Tra il 2000 e il 2005, in particolare, oltre 80mila laureati (l'1,2% dei residenti con tale titolo di studio) hanno abbandonato le regioni d'origine per emigrare in cerca di un'opportunità lavorativa. La ricerca è stata condotta da Bankitalia. Al di là del previsto e plausibile "impoverimento di capitale umano che, a sua volta, potrebbe riflettersi nella persistenza dei differenziali territoriali in termini di produttività, competitività e, in ultima analisi, di crescita economica", è la dimostrazione che la constatazione che la questione meridionale esiste, è congenita, ma è passata di moda, specie lontano dalle elezioni. La capacità inclusiva del Nord appare piuttosto compromessa in questi ultimi tempi. Il Nord comunque sembra pre meno in grado di assolvere le richieste anche per via del cambiamento del mercato del lavoro con il boom del precariato che certo non incentivava le persone, soprattutto i giovani, a spostare la residenza per seguire un lavoro a termine. Paradossalmente esiste un fenomeno antitetico, quello del downshifting, ossia dei manager, uomini d'affari, commercialisti, professionisti stressati dai ritmi centrifuga delle metropoli che si trasferiscono in contesti meno alienanti e più a misura d'uomo. Non raggiunge certamente le cifre del flusso migratorio dei meridionali, ma andrebbe analizzato diffusamente.

Nessun commento:

Posta un commento