01 settembre 2010
Quel pasticciaccio brutto dell'Expo
Doveva essere la panacea di tutti i mali, la leva per risollevare la disastrata economia italiana. Rischia di trasformarsi nell'emblema dell'immobilismo italiano e dell'incapacità di progettare un futuro, tra le liti dei ras locali nelle immancabili guerre di spartizione, in un flop . Il ministro Tremonti, cui spetta la facoltà di aprire i rubinetti pubblici, non ha mai proferito verbo sull'Expo. Nel 2008 l’Italia riuscì a strappare conquistò un grande risultato, strappando alla turca Smirne la sede per l’Expo 2015, assegnata a Milano. Pare che i turchi, carpendo odore di disfatta, come scrive Italia Oggi, siano disposti a rifondere i costi sostenuti fin qui e a fornire un risarcimento che potrebbe servire a coprire una congrua somma per lo start-up-risarcimento. L'indiscrezione mette il dito nella piaga: a quasi cinque anni dall'inaugurazione il progetto soffre un imbarazzante ritardo. Di certo la tanto declamata capacità di innovazione progettazione del Belpaese ne uscirebbe con le ossa rotte.
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