28 settembre 2010

L.O.V.E., il dito medio di Cattelan

"Qui ci occupiamo di indici, non di medi..." sussurrano negli ambienti finanziari, ammettendo in privato di essersi meritato il vaffa per gli ultimi default che hanno fatto collassare l'economia mondiale. Una mano in cui si vedono le venature, in cui le dita sono mozzate (residuo di un braccio teso di matrice fascista) e resta in vita solo un dito medio post duchampiano. Un gesto a cui anche l'usura della pop art, da Warhol in poi ha sottratto potenza icastica e rappresentativa, ma ancora oltraggioso per i media e per i parrucconi in servizio permanente. Epater le bourgeois si diceva un tempo. Dov'è lo scandalo? L'opera (11 metri di altezza e svariate tonnellate di peso) dell'artista Maurizio Cattelan si chiama L.O.V.E. ed è stata installata in Piazza Affari, davanti al tempio finanziario, la Borsa di Milano, e costata al Comune di Milano 90 mila euro, suscitando una levata di scudi, che ne ha sterilizzato preventivamente l'esposizione. La mostra dedicata al controverso e provocatorio artista contemporaneo, comprende altre tre opere: La "Nona ora" (che raffigura il papa abbattuto da un meteorite), "Il "tamburino" oltre alla "Donna crocifissa" e doveva essere  annunciata da una locandina di un'opera altrettanto discussa, vale a dire "Him" (Hitler che prega in ginocchio), iniziativa che ha suscitato le ire della comunità ebraica, e perciò subito accantonata dal Comune. Il fuckoff di Cattelan, nelle intenzioni dell'eccentrico personaggio, vuole rappresentare la contrarietà ai totalitarismi. Sono stati versati ettolitri di inchiostro, anche se la cassa di risonanza non si è tradotta in boom di visite. Non sempre la regola pubblicitaria del "purché se ne parli" è efficace.  

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