28 dicembre 2009

"Silvio non è più immagine, ma solo voce. Seduce come fosse la radio trasmessa in tv"



Intervista a Enrico Ghezzi, inventore di Blob - tratta da L'Unità

Piazza Duomo, Duomo, Duomo fasullo, Duomo statuetta, d'uomo, altezza d'uomo. Blob ha giocato molto su questi slittamenti di senso «perché è un'immagine che condensa un insieme di senso impressionante».
Ma ora il corpo del capo ferito si manifesta, un po' metafisicamente, con la voce
«Nella voce sola c'è una intensità molto più potente. Il rapporto interamente vocale, non dico sia automaticamente ingannevole, ma è di pervasività prodigiosa. L'immagine ha un grande potenziale di seduzione ma, al tempo stesso è più facile accorgersi di essa. Mentre la parola senza immagine è meno facile da ricostruire e da smontare, da parte nostra come spettatori», (straordinaria, e verificabile in questi giorni anche in tv, la dimostrazione chapliniana del rapporto totalmente ambiguo tra corpo voce massa immagine individuo nel Grande Dittatore). C'è anche un buon rapporto fra Berlusconi e il direttore del Tgl.«Questi elementi sovrapolitici o sottopolitici, nel senso di sovrastrutturali o di sottospecie politica, sono i meno interessanti perché si riconoscono subito. Più curioso e avvitato, da sempre, il manifestarsi del foltissimo potenziale seduttivo radiofonico annunciato e trasmesso in tv, senza prova visiva della situazione ma neanche del possibile inganno. Sentire le voci è sempre un sentire, può essere malattia, schizofrenia, ma senti. Le visioni sono friabili, di ordine più raro».
E l'immagine dell'attacco che effetto le ha fatto?
«Non è mai stata totalmente visibile, c'è sempre un po' di folla, come anche per Ratzinger. La cosa curiosa è che la folla che impedisce il riconoscimento sicuro, la folla permette la follia del complotto, di pensare il complotto».
Ma il complotto è costruito sulle immagini «È l'immagine che lo rende possibile. L'immagine è la prova ma si può sempre dire che, come prova, sia insufficiente, deludente, che nasconda altro. Il complottismo sull'I 1 settembre, per esempio, è assolutamente affascinante, c'è un continuo rovesciamento di quel che si crede di aver visto. Raramente si è vista un'immagine così centrale, centrata, in piena Manhattan, col sole non velata. Eppure è l'immagine della massima ambiguità». La voce al telefono non inganna? «Le telefonate di Bin Laden, quella voce che veniva chissà da dove... fece ro ancora più impressione. Ora vengono da Arcore e ci crediamo. In realtà Berlusconi potrebbe essere ovunque mentre parla, e soprattutto non essere lui: avere un sosia vocale è facile, e lui potrebbe stare malissimo (intanto cresce l'attesa: come sarà, caduto il bendaggio, il volto del premier già prima "al di là della plastica"). In realtà l'audio da solo è la massima vertigine della finzione, del falso. E proprio per questo da un senso di verità. Sospeso al nulla, se vogliamo. Ma molto più intenso».
E scompare l'obbligo della concretezza, di parlare di politica? «È un messaggio completamente astratto, rimane solo la concretezza della vocalità che prescinde dai contenuti. Berlusconi è bravo a usare le parole e le situazioni, lo dimostrano le sue gaffe, apparentemente autolesioniste. Non saprei mai dire cosa prevalga: se la progettazione, la sincerità, lo scatto d'ira. È una combinazione in cui la maschera diventa abissale. Più è maschera e più mostra istintività». Con la voce costruisce un rapporto di fiducia che prescinde dai contenuti «Berlusconi, come premier, mette in gioco sé stesso. Il partito dell'amore è pensabile solo se invisibile (e già era un partito fantasma). La costante del Berlusconi degli ultimi cinque anni è questa sorta di scommessa sull'immortalità mètapolitica. Tanto la politica è tessitura, delusione, consunzione, tanto in lui c'è questa concezione pericolosamente sacrale del proprio corpo/potere, che nella voce non viene meno ma anzi si estremizza».
Pericolosamente anche perché si rinette nel gesto di un folle? «Duomo, piazza Duomo, falso duomo, d'uomo, altezza d'uomo».*

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