26 agosto 2009

Caro Enzo Baldoni...


Caro Enzo Baldoni,
noi non ci conosciamo direttamente (abbiamo tuttavia molti amici in comune, nei giornali e nello spettacolo), ma confidiamo che in questi anni (stiamo per toccare il quinto anniversario della tua uccisione) tu abbia capito quanto ti siamo amici e con quanta convinzione abbiamo perorato la causa della restituzione dei tuoi resti ai tuoi familiari. Due anni fa, Ottavia, rendendosi portavoce di Articolo 21, mise un appello nelle mani del presidente della Repubblica e Giorgio Napolitano non impiegò molto a rilanciare la richiesta, affinché i tuoi familiari possano darti sepoltura e abbiano una tomba su cui piangere (o magari anche sorridere pensando con te a storie che soltanto voi conoscete...).
Niente. Non è successo niente. Dicevano che i tuoi resti erano stati identificati. E poi? Chi deve occuparsene? Il ministero degli Esteri? Che si sappia, l'ingualcibile ministro Frattini (che era alla Farnesina anche ai tempi della tua esecuzione) aveva pensato a una missione in Iran alla vigilia di quelle belle elezioni, non all'Iraq. Il ministero della Difesa? Che si sappia il corrusco ministro La Russa è impegnato a contare i militari che deve prestare a Maroni per la nostra sicurezza quotidiana, non a promuovere operazioni di recupero in regioni lontane.
Insomma, caro Enzo, cerca di portare pazienza, questa è l'Italia d'oggi. Michael Scott Speicher, il primo caduto della prima guerra del Golfo (quella scatenata da Bush padre contro Saddam Hussein), un "missing in action" che agli Usa bruciava parecchio, è stato identificato e riportato a casa 18 anni e mezzo dopo che la contraerea irachena aveva abbattuto il suo caccia F/a-18 Hornet. Lui in Iraq faceva la guerra, tu in Iraq facevi la pace e ti ripromettevi di raccontarla. Chissà se per il nostro esecutivo tu, appassionato di informazione libera, vali quanto vale per i suoi un pilota della Marina americana. Noi speriamo di più. Senno ci tocca aspettare fino al 2022.

Ottavia Piccolo e Claudio Rossoni

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