23 maggio 2010

I POSTI DEL CUORE


Mimmo Calopresti, da Traveller

La mia è la classica famiglia calabrese, padre, madre e quattro figli, che neglia anni '50 emigra a Torino. Mio padre faceva il sarto, ma poi ha pensato che un posto sicuro fosse la scelta migliore ed è entrato nella grande fabbrica, la Fiat. Quando in agosto i cancelli chiudevano, partivamo tutti in auto: direzione Polistena, il mio paese. Ricordo quei viaggi come delle avventure. Avevo sei anni e il mio mare era quello di Palmi, Nicotera, Capo Vaticano. I miei insieme ad altre famiglie affittavano le case dei pescatori, a ridosso della spiaggia. E casa, spiaggia e mare erano uno straordinario tutt'uno. All'alba, i pescatori spingevano le barche sul bagnasciuga e mio padre li aiutava a tirare le reti. Ho visto l'Oceano Indiano e i Caraibi, ma continuo a pensare che il mare della Calabria sia il più bello di tutti. Forse perchè è la mia infanzia, il mio background. Negli anni ho percorso la costa tirrenica da nord a sud fino a Scilla. E quella ionica, ancora più selvaggia da Capo Rizzuto, una delle aree protette più affascinanti del Mediterraneo, passando per Capo Colonna, con la splendida colonna del Tempio di Hera. Lì ogni anno c'è una festa incredibile: si attende l'alba tra esibizioni di musica classica e pop. A Le Castella, vicino Crotone, ho recitato un testo di Enzo Siciliano sull'incontro di Ulisse con il ciclope. All'aperto, accompagnato dal rumore delle onde, mi sembrava davvero che la nave di Ulisse potesse arrivare. E due anni fa in agosto al Roccella jazz festival, ho di nuovo recitato dei brani dell'Odissea sulle note della fisarmonica di Richard Galliano. A Diamante, invece ho girato L'abbuffata. E' al centro della Riviera dei Cedri, e la chiamano la Perla del Tirreno. Era novembre ed è arrivato Gerard Depardieu: si è subito precipitato in spiaggia e insieme ci siamo tuffati in quelle acque tiepide e profonde. Ma nonostante il clima, la storia, la bellezza, mi rendo conto che la Calabria non riesce ad avere lo sprint per farsi conoscere a livello internazionale: rimane sempre circoscritta, un po' chiusa su se stessa. Peccato, perché è ricca di suggestioni. Tropea è splendida: una volta sono stato premiato al Film Festival che c'è in agosto, una rassegna interessante con film da tutto il mondo. Ma quello che amo fare lì, è camminare sul lungomare e prendermi una granita. Sono una persona semplice, mi basta davvero poco per stare bene. Ma, lo ammetto, è soprattutto in Calabria, dove mi sento a casa, che mi capita. Tropea, come molti altri paesi, ha conservato il suo carattere antico, lo ritrovo nei visi, nelle case e nei profumi. In fondo al paese c'è una terrazza a picco sul mare che mi lascia senza fiato. Qualche mese fa ero lì con in braccio mia figlia Clio e ho pensato che probabilmente è il suo mistero che mi attrae: sì, fi fronte a quell'incredibile distesa d'acqua, resto sempre incantato.

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