02 febbraio 2010

Quelle operazioni anomale per la «new town» di Silvio

di Claudia Fusani dall'Unità

E così la memoria carsica di Massimo Ciancimino ha consegnato ieri in un’aula di tribunale un’ulteriore verità: soldi di mafia sono stati consegnati alle immobiliari che costruirono Milano 2, il centro residenziale di 712 mila metri quadrati di appartamenti, la casa per 14mila persone, verde, parchi e spazi per il tempo libero. Il primo modello new town. Una rivoluzione per l’urbanistica. Un’oasi di lusso e abbondanza all’americana in un’Italia in piena crisi economica. Ora il problema è che Milano 2, dicono le cronache, è stata costruita da due società immobiliari, Edilnord e Italcantieri, che nei primi anni settanta portarono il giovanotto prodigio Silvio Berlusconi a diventare «il re del mattone».

Torna oggi, anni dopo, la questione di sempre e mai risolta: da dove arrivano i soldi con cui Berlusconi ha potuto avviare la sua fortuna? Domanda che già i giudici del tribunale di Palermo, durante il primo processo Dell’Utri hanno provato a porre al Presidente del Consiglio che però, consigliato dai suoi legali, ha sempre preferito avvalersi della facoltà di non rispondere.
In assenza delle versione del diretto interessato la procura di Palermo ha cercato la risposta in perizie ed indagini. Fondamentale resta quella prima firmata (1999) e poi in parte ritrattata (nel 2007 in modo assai curioso) dal suo stesso estensore, il perito della Banca d’Italia Francesco Giuffrida. Giuffrida, all’epoca vicedirettore della filiale palermitana di Bankitalia, impiega più di un anno di lavoro per ricostruire i flussi finanziari delle società denominate Holding 1 e su fino alla 22, il busillis di matrioske che fanno capo al gruppo Berlusconi. Il perito, in quella relazione, rintraccia moltissime operazioni che giudica «anomale». Ad esempio: 113 miliardi di lire negli anni settanta (circa 308 milioni di euro) sono flussi «di provenienza non identificabile». Così come non è mai stato chiarito da dove siano arrivati gli otto miliardi che nell’aprile del 1977 Berlusconi versò in un colpo solo nel capitale sociale della sua Fininvest srl che passò all’improvviso da 2,5 a 10,5 miliardi. Una magia.

Nanni Moretti ne «Il Caimano» racconta questo buco nero con una pioggia di soldi che irrompe all’improvviso dal cielo sulla testa del Caimano-Berlusconi. Il mistero è lo stesso, da sempre, e puntuale ritorna. Ancora prima del versamento prodigio di otto miliardi nel 1977, non è mai stata chiarita neppure l’origine finanziaria delle primissime società del Cavaliere, la «Cantieri Riuniti Milanesi di S.Berlusconi e P.Canali» (1961), la «Edilnord sas» (1963), la «Edilnord Centri Residenziali di Lidia Borsani & c» (1968). E qui occorre aprire un’altra finestra sui misteri del Cavaliere: la Banca Rasini, monosportello dell’alta borghesia milanese in piazza Mercanti. Luigi Berlusconi, il padre di Silvio, è stato direttore dell’istituto dal 1957 al 1973. Ed è attraverso garanzie e fideiussioni di soci e clienti della banca che rinviano a fiduciarie svizzere e nel Liechtenstein, che il giovane Berlusconi riesce a trovare i primi finanziamenti per le sue avventure immobiliari. È stato lo stesso Carlo Rasini, primo e decisivo finanziatore di Berlusconi, a sollevare dubbi su almeno il «venti per cento del primo capitale Fininvest» (in «Le gesta del Cavaliere» di Carlo Modron). A proposito della Rasini, poi assorbita dalla Popolare Lodi (1991) e con questa finita per sempre, va anche ricordato che nei primi anni ottanta un’indagine della Criminalpol arrestò funzionari, dirigenti e correntisti con l’accusa di riciclaggio.

I correntisti erano i colletti bianchi di Cosa Nostra a Milano. Lo sportello al nord dei clan Fidanzati, Bono e Gaeta era proprio la piccola banca di piazza Mercanti.

P.s. Guarda caso il Pdl sta preparando un ddl per impedire che le dichiarazioni dei pentiti abbiano valore di prove se non coincidenti tra loro, ad uso interno, norma che potrebbe servire a Berlusconi (e a Dell'Utri) per disinnescare le dichiarazioni di Spatuzza sulla nascita dell'impero del Cavaliere con i soldi della Banca Rasini/Edilnord fino alla stagione delle bombe che precedette il lancio di Forza Italia. I soliti sospetti dei maliziosi. Nulla avviene per caso.

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