05 giugno 2010

Tutti conoscono la vicenda Peppino Impastato, in pochi ricordano Peppe Valarioti



L’11 giugno 1980, trent’anni fa, muore in un agguato Giuseppe Valarioti, segretario del Pci di Rosarno. È il primo omicidio politico della nuova ‘ndrangheta, che entra nei partiti, nelle istituzioni e nella massoneria, conquista la Calabria e diventa la mafia più temibile d’Europa. Una storia di ieri, preludio dell’Italia di oggi. Una
vicenda giudiziaria piena di buchi e lunga 11 anni: nessun
colpevole. Giuseppe Valarioti viveva a Rosarno, in Calabria. Era un insegnante precario. Pensava che la politica e la cultura fossero strumenti per sconfiggere la ‘ndrangheta e offrire un’opportunità ai giovani del suo paese, della sua regione. È stato ucciso a trent’anni, la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980, mentre usciva dalla cena con cui il Pci festeggiava la vittoria alle elezioni. Il suo è il primo omicidio politico in Calabria, quello che affossa il movimento anti-‘ndrangheta. È il battesimo di sangue della Santa, la nuova ‘ndrangheta, che cambia il destino della Calabria. Per sempre. Una vicenda giudiziaria lunga 11 anni: testimonianze coraggiose e ritrattazioni repentine, un superpentito che parla e non viene creduto, interi faldoni smarriti e un omicidio senza giustizia. Una storia dell’Italia di ieri e di oggi.

Il libro “Il caso Valarioti” (Round Robin Editrice), è scritto a quattro mani dai
giornalisti calabresi Danilo Chirico e Alessio Magro e ricostruisce la storia del
giovane politico e intellettuale calabrese a trent’anni esatti dal suo assassinio e
proprio nel momento in cui Rosarno – dopo la rivolta dei lavoratori migranti –
vive uno dei momenti più delicati.
«La storia di Peppe Valarioti è la storia di un’epoca, gli anni Settanta in Calabria,
dal sapore unico – scrivono gli autori nell’introduzione – i protagonisti sono i
disoccupati che si organizzano e chiedono un lavoro e quelli che fanno nascere il
movimento antimafia, i politici onesti e quelli corrotti, sono gli 'ndranghetisti che
fanno le guerre e quelli che diventano imprenditori, politici e massoni,
sono i morti ammazzati che non hanno giustizia. Una storia, tante storie di trent’anni
fa. Che contengono ogni ingrediente della Calabria, dell’Italia, di oggi».
"Il caso Valarioti", pubblicato dopo un lavoro di ricerca e approfondimento sugli anni 70 in Calabria durato ben cinque anni, è un’inchiesta giornalista che racconta per la prima volta la storia del politico calabrese, la sua vicenda personale, culturale e politica, che mette in luce le tante incongruenze delle indagini e dei processi e che punta l’indice contro le cosche rosarnesi. È anche uno strumento di
lavoro per ragionare attorno a una nuova identità meridionale: contiene infatti i
contributi originali dei giornalisti Giorgio Bocca, Enrico Fontana e Giuseppe Smorto
che servono ad affrontare il rapporto che esiste nel nostro Paese tra Nord e Sud,
politica e territorio, informazione e Sud, mafia e antimafia.

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