06 febbraio 2012

I sobri tecnici: forti coi più deboli, zerbini coi potenti

I professori al governo stanno sferrando una vera e propria offensiva verbale contro il mondo dei precari. Dal loro punto di vista tecnocratico il male assoluto sono l'articolo 18 e il malcostume italico grazie al quale ci si può poggiare dietro un welfare traballante.

Prima le dichiarazioni di Michel Martone ("chi finisce l'università a 28 anni è uno sfigato"), poi lo scivolone di Monti ("il posto fisso è monotono"), quindi l'ennesima reprimenda del ministro dell'interno Anna Maria Cancellieri ("Noi italiani siamo fermi al posto fisso, vicino a mamma e papà").

Ora, non tutti i cattedratici abusivamente al governo possono permettersi lezioni di moralità così volgari e spocchiose parlando di dogmi, totem e tabù. Martone deve ringraziare i buoni uffici del padre, amico di Previti, Monti ha nominato un sottosegretario che aveva una casa pagata a sua insaputa, la figlia del Ministro del Welfare Elsa Fornero ha un contratto all'Università, per via del ruolo del marito, l'economista Mario Deaglio che avrà vergato tanti editoriali contro il familismo italico su La Stampa. Ora questi non sono pettegolezzi da Dagospia, sono fatti.

Da quale pulpito viene la predica insomma. Non è questo il tema. Ecco in che mani siamo, tanto per intenderci: "Emergenza mafia? Non ci risulta. Non abbiamo nessuna denuncia né dati che ci spingano a ipotizzare l’ esistenza di infiltrazioni mafiose serie a Genova, come invece accade in altre zone della Liguria, specie nel ponente".

Dichiarazioni rilasciate nel 2009 dall'allora prefetto, oggi al Viminale. E' dell'altro ieri la notizia di un secondo comune sciolto per mafia in Liguria Se si pensa che la manovra Salva-Italia l'avrebbe potuta fare anche lo zio di Bonanni, non è che ci volesse il governo delle elite per fare transitare l'Italia sull'orlo del baratro, con saccenza inusitata e sprezzo delle categorie deboli. Attendiamo ancora il beauty contest e le leggi anti-corruzione, su cui le chiacchiere stanno a zero.

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