11 aprile 2012

Farmacisti e crisi greca

Un farmacista in pensione si è suicidato in Grecia, stremato dalla crisi e frustrato dall'idea di doversi procacciare il cibo rovistando tra i rifiuti. La lettera di addio è un vero monito alla Rivoluzione.

«Il governo di occupazione Tsolakoglu (con riferimento al governo greco collabrazionista durante l'occupazione nazifascista*) ha annientato la mia capacità di sopravvivere, basata sulla mia pensione dignitosa che da solo, senza l'aiuto dello Stato, per 35 anni, mi sono pagato. Tenuto conto che la mia età non mi dà la possibilità di reagire con forza (ma se un altro greco avesse preso il Kalashnikov io l'avrei seguito) non ho altra soluzione che porre fine in modo dignitoso alla mia vita, prima di essere obbligato a rovistare tra i rifiuti per nutrirmi. Credo che i giovani senza futuro, un giorno, prenderanno le armi e, in Piazza Syntagma, appenderanno i traditori della nazione, come fecero nel 1945 gli italiani con Mussolini»
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