05 febbraio 2011

Prove di resistenza a prova di sbadiglio

"La nostra democrazia è in ostaggio" (Roberto Saviano). "A Milano sognano una nuova Piazzale Loreto" (Capezzone). "Al PalaSharp fasismo di sinistra" (Fabrizio Cicchitto). Toni opposti, estremi, enfatici. Voci nel deserto quelle del Palasharp di Milano, dove è scattata l'autoconvocazione di Libertà e Giustizia, dei ceti medi riflessivi e della cosiddetta società civile. Un paese così lobotomizzato e autistico può recepire la spinta al cambiamento? E' la domanda dalle cento pistole. Gli estremi di una politica perennemente sull'urlo di una crisi di nervi disorientano, depistano, sempre in nome del plebiscito pro o contro Silvio. In una campagna elettorale da derby permanente, dove i problemi del paese non sono mai toccati.

A sentire gli oppositori il regime dovrebbe cadere domani. Ma quante divisioni hanno Saviano&Co? I corifei del Verbo berlusconiano pontificano con toni da guerra civile. Molto gattopardescamente non succederà nulla. Una manifestazione, per quanto virtualmente condivisa e strombazzata non sposta gli equilibri.

Nella torre d'avorio di Arcore, dove alligna il Maligno, continueranno i festini. Gli ultimi sondaggi parlano ancora di una tenuta da parte dell'esecutivo e della sua maggioranza, anche se il centrosinistra tenta un difficile recupero in discesa. Fino alla prossima lacerazione veltroniana.

Nessun commento:

Posta un commento